PORDENONE, UNIVERSITA’ - Una società in divenire. Un mondo “multipolare”. Apparentemente complicato anche per un giornalista restare sul pezzo. E allora ben vengano incontri come questo per “approfondire”, per confrontarsi e per andare oltre i propri confini. Ecco il III Seminario Geopolitico. Un titolo dal sapore futuristico: “Le relazioni internazionali del XXI secolo. Le vie della seta. Alleanze e sistemi istituzionali”.
E il salone dell’Università è pieno di studenti e appassionati di questa affascinante materia; la geopolitica.
Numerosi gli oratori di spessore che si sono avvicendati durante i lavori, dopo il saluto delle autorità.
Ed ecco i protagonisti che saranno storia: “Trump, Xi e Putin”. E’ la filosofia de “Il riccio e la volpe”. E il mondo non è più semplice, schematico, ordinato come un tempo. Allora subentrano “Le relazioni internazionali tra guerra economica di Trump e la globalizzazione alla cinese”. Diplomazie ibride e mutanti.
E l’antica “Via della seta” pare “un” mero “processo politico”, una corsa alla conquista delle “Terre rare.”
Dal temuto “dragone” ad una “opportunità”? Si vedrà.
E “Dove stiamo andando? Verso una nuova geografia economica!”
Certamente una Cina e realtà diverse dai tempi del Beato Odorico.
E oggi noi “In quale mondo ci è toccato di vivere? In un mondo con nuove forme di pensiero.”
Impegnative le sfide anche con le “Nuove tecnologie, Trump e alleanze”. Moderne tecnologie contro il terrorismo. Sbalorditivo il livello raggiunto, inquietante l’uso se cadessero in mani sbagliate. Largo dunque a nuove “strategie di cybersecurity”.
E intanto l’Europa arranca in questo apparente trambusto reale e virtuale.
Alla fine del seminario. La creatività. Un nuovo concetto: “economia arancione”. Incuriosisce. Un ultimo appunto: “tecnologie tarate su sistemi attuali. Più competenze umanistiche; uno stimolo alla comprensione del mondo”.
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Monia Andri