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Brasile: L'ex Presidente Lula, condannato a nove anni di carcere.

di BONTEMPI GIAN PIETRO

Brasile: L'ex Presidente Lula, condannato a nove anni di carcere.
di Gian Pietro Bontempi
La condannna è annunciata il giorno seguente alla approvazione da parte del Senato, della riforma sulle normative del lavoro. Una legge che limita alcuni benefici ai lavoratori dipendenti, aumenta il carico orario settimanale, riduce il tempo dedicato al pranzo e frammenta le ferie, con periodi che non possono essere inferiori a cinque giorni. La contribuzione sindacale non sarà più obbligatoria e le donne gravide, se lavoreranno in un ambiente inadeguato e insalubre, non potranno fare alcuna azione giuridica al datore di lavoro. Si pensi che questa riforma aveva avuto inizio con l’assurda proposta che il lavoratore avrebbe dovuto versare quarantanove anni di contributi per poter ricevere una pensione integrale. Proposta abbandonata poi per il prevalere del buon senso e innanzitutto per le dilaganti proteste in tutto il paese. La condanna dell’ ex Presidente Luiz Inácio Lula da Silva divide la nazione e induce sospetti sull’ amministrazione della giustizia che dovrebbe essere imparziale e quindi, scevra da vincoli, ideologici, partitici o razziali. Al di là dell’ aspetto giuridico di questa sentenza che appare insolita, si pensi che l’ex Presidente Lula fu eletto con milioni di voti e era riuscito a dare al Brasile una nuova dignità, con un riconoscimento Internazionale senza precedenti. Nello stesso tempo, si erano viste diminuire povertà e disoccupazione, crescere istruzione e cultura, innanzitutto negli Stati del Nord. Questa sentenza avrà una ripercussione sulla vita politica e sociale del Brasile. Probabilmente con questa sentenza, il giudice Moro impedirà la candidatura di Lula nelle prossime elezioni nel 2018. Elezioni, nelle quali i sondaggi davano il candidato Lula come favorito, con circa il quaranta per cento delle preferenze. Una nuova nomina all’ex Presidente avrebbe nuovamente infastidito l’opposizione, da circa vent’ anni, impegnata con diversi tentativi di andare al governo. Anche se circa un anno fa, con una congiura di palazzo, l’opposizione era ruiscita a allontanare la legittima Presidente Dilma Rousseff e a costituiire un governo provvisorio, costituito in parte, da integranti accusati di diversi crimini e di danni al patrimoinio pubblico. Ma l’eventuale gestione di un nuovo governo di sinistra, avrebbe ancor più infastidito il governo Nord americano; principalmente per le difficoltà di portare avanti progetti industriali e commerciali, come lo sfruttamento della riserva di petrolio del Pré-Sal, il maggior giacimento dell’America latina. Questa sentenza dunque, che condanna Lula, faceva già parte di un protocollo di intenti tra Washington e Brasília. Piano internazionale che privilegia solamente l’aspetto economico e non ha nulla in comune con la tradizionale politica, intenta a tutelare la sovranità nazionale, il benessere e la sicurezza dei cittadini. Considerando la condanna dell’ex Presidente Lula, prevedo un l’effetto contrario a quello voluto dall’ attuale governo, e da quello indicato dalla amministrazione nord americana: la condanna a nove anni potrebbe trasformare Lula in un “martire della patria”, inducendo gli elettori nelle prossime elezioni, a dirigere i propri voti verso i partiti di sinistra, lasciando gli attuali protagonisti ancora all’ opposizione... e chissà per quanto tempo.
- Gian Pietro Bontempi - Corrispondente del “Piave-In Italia e nel Mondo”, da Brasília.



Ultimo aggiornamento: 22/04/2024 20:41