Cultura

Stratosfera della percezione

di Norman Zoia

Viaggio tecnico ai confini del suono e degli accenti nell’emissione del fiato. Provocazione artistica da ricondursi ad apparati uditivi poco propensi alle percezioni altre. Area esclusiva di vocalità che ha portato il sorgere del sole su questo pericolante fronte occidentale, oltre i limiti delle corde di ogni umano strumento e di ogni logopedia; un omaggio a pugni chiusi e a gola profonda per celebrare il grande Dimitrìu Efstràtios, maestro ribelle che tanto ha innovato la struttura della musica moderna, più o meno leggera, fonte d’emulazione per tante voci nostrane, da Jo Squillo a Pelù passando per due Franceschi: Renga (specie nel periodo Timoria) e Sarcina delle Vibrazioni. Con un occhio - e soprattutto con un orecchio - alla strabiliante quanto suggestiva ricerca portata avanti dall’autore di Metrodora, ripercorre in tal senso questo impervio pentagramma il giovane Jackeff Habibi grazie a un lavoro sperimentale che in qualche modo ci riporta certi echi e certe stratosfere per l'appunto. Dieci tracce già ascoltabili in estratto su Amazon, lungo le quali il canto si inerpica ardito, dai registri bassi e caldi ai più alti armonici; attraverso falsetti, simulazioni gutturali, campionature naturali di archi o di gioiose risate, rifacimenti all’insegna di campane tibetane, flautate meditazioni, spirituali polifonie, vernici sonore di una tradizione orale che viene direttamente da mille e una notte… (Sopra, Habibi con Aisha, danzatrice del ventre e sua compagna, ripresi in India, accanto alla copertina del disco appena uscito).

Jackeff Habibi, A travel into the extreme limits of the voice // € 9,99

Ultimo aggiornamento: 18/04/2024 17:55