Cultura

Figli di uno stesso mare

di Norman Zoia

Gli altri siamo noi. Così, spiazzando i fans, scriveva la coppia Bigazzi-Tozzi subito dopo la caduta del Muro di Berlino. Un discorso per certi versi già scandagliato nelle altre discipline della comunicazione, per esempio in pittura, come nelle visioni altrorealiste di Geri Palamara. Fabi riaffronta l’argomento ribaltando le posizioni e lo fa con quella singolarità che va oltre ogni plurale maiestatis, oltre ogni confine geografico, politico e del pensiero. La linea melodica non sarà un Notturno di Chopin ma veste nella giusta misura i versi, in un calzante e incalzante trattato filosofico sull’empatia, quel sentimento che viene dal profondo ma che i più provano solo per i vincenti. Qui invece, il musicista romano riscopre il volo di un afflato sincero dentro una canzone d’autore commovente e solidale. La lezione di Canto può poi continuare Al di là dell’amore con Brunori Sas. Ché siamo tutti figli della stessa madre terra. E di uno stesso mare. Fratelli nati su rive contrapposte: lungo gli approdi norvegesi, nel golfo della Sirte o in una perduta isola dell’emisfero australe.

Ultimo aggiornamento: 24/04/2024 21:21