Cultura

Brucia, marazzo, brucia!

di Norman Zoia

Queste poche righe per rivendicare un’idea performativa, per altro più centrata sul senso primigenio dell’arte, ovvero non certo quello prettamente commerciale. Mille piccole opere seriali su carta incenerite qualche mese fa da Damien Hirst (l’autore del teschio ricoperto di brillanti ma altresì - ahinoi! - di animali in formaldeide) vs cinque fra tele e tavole, tra le quali un autoritratto di grandi dimensioni, date alle fiamme trent’anni fa nel corso di una break-action con uso di spettacolo; e allora non si discuteva di Nft, anzi, le opere non erano nemmeno state fotografate se non mentre bruciavano. Il messaggio, mettiamola così, intendeva muovere una forma di protesta contro la moda dilagante secondo la quale il valore di un dipinto è determinato non dalla sua forza evocativa e strutturale bensì dalla firma del pittore. (A dx sopra: i pacchi di fogli puntinati infornati da Hirst per incrementare oltre misura le quotazioni degli stessi in estensione digitale; a sx un ritaglio dalla Tribuna del 25 agosto 1993).

Ultimo aggiornamento: 28/03/2024 11:21