Treviso, Veneto, Turismo

L’area naturalistica di San Bartolomeo a Bibano di Godega di Sant’Urbano

di Monia Pin

GODEGA DI SANT'URBANO - Si sentono talvolta nelle calde giornate d’estate i richiami di certi luoghi ameni, dove la serenità mista ad una lieve brezza che mitiga la calura lascia poi lo spazio allo stupore di trovarsi in un’oasi di bellezza e di autentica pace.
È il caso dell’area naturalistica di San Bartolomeo in località Bibano di Godega di Sant’Urbano, un sito importante sotto vari aspetti e che conquista subito il visitatore con i suoi silenzi che si snodano agilmente nell’anima, quasi seguendo lo stesso percorso che guida il nostro cammino sulle passerelle in legno che costeggiano la fossa Zigana, nata dalle numerose risorgive e che forma l’habitat ideale per diverse specie di pesci, volatili ed anfibi e non solo.

Qui tutti i pensieri si spengono per lasciare che sia la meraviglia a prendere il sopravvento dinnanzi alla sapiente maestria con la quale la natura ha cesellato con dovizia di particolari ogni angolo di questo posto incantevole, fino a far uscire dalla sua ineffabile creatività un capolavoro di emozioni e colori, il tutto coronato dagli effetti giocosi della luce.
Tra ponticelli e passerelle non è difficile imbattersi in germani reali e gallinelle d’acqua, i primi certe volte spezzano per un attimo la quiete con il suono deciso dei loro batter d’ali improvviso, lasciando nell’acqua per un istante la scia della loro fulminea fuga verso le sponde dove trovano un accogliente e quanto mai sicuro rifugio, nascosti da sguardi indiscreti.
 
E non solo i soli, potremmo avere la fortuna di scorgere l’airone cenerino o avvistare le ali candide delle garzette attrarre i nostri occhi incuriositi da tanta grazia, seguendo con lo sguardo la raffinatezza del loro volo che li porta a scomparire nel tranquillo riparo assicurato dalla folta vegetazione. Quest’ultima vanta diverse tipologie di piante, dall’acero al carpino, dall’olmo al salice fino al nocciolo ed altre specie ancora sui cui rami trovano sicuro asilo diverse specie di uccelli, tra i quali gli usignoli, che allietano i nostri passi sul sentiero di terra battuta che ci conduce all’ultimo ponte, recentemente ricostruito. Ma sono presenti naturalmente anche gli scoiattoli ed in un caso è stato avvistato anche un esemplare di ibis, volatile sacro fin dall’Antico Egitto e ritenuto simbolo di resurrezione nella tradizione paleocristiana, in alternativa alla fenice.

Ed eccoci arrivati alla radura dove già tra il fogliamo intuiamo la sagoma della Chiesa di San Bartolomeo, il luogo di culto più antico di Bibano e risalente al XII secolo. L’edificio in stile tardo romanico ha avuto diversi ampliamenti e rifacimenti, ma la ristrutturazione più importante è avvenuta nel 1997 grazie alla collaborazione tra il gruppo degli Alpini di Bibano-Godega e quanti con le loro diverse professionalità e competenze hanno saputo far risorgere questa chiesa, restituendole dopo mesi di impegno e duro lavoro tutto lo splendore che l’incuria del tempo le aveva negato per diverso tempo.

Ricordiamo che all’interno, in particolare nella parte dell’abside, si può ammirare l’affresco risalente al XVI secolo nel quale è riconoscibile la figura della Madonna in trono con il Bambino, sapientemente riportato alla luce e ripulito durante i lavori di ristrutturazione, opera nella quale sono visibili vicino alla Vergine Maria le figure di San Rocco e di San Pietro. Di particolare interesse la pala del ‘700 dipinta da L. Zampini ed accuratamente restaurata raffigurante San Bartolomeo recante in mano un coltello, simbolo del suo martirio, ed il libro quale segno distintivo del suo essere Apostolo. Presente anche un’acquasantiera in pietra del ‘500 e la statua del santo ricavata da un pino marittimo che un tempo si trovava accanto alla chiesa e che ora continua con le sembianze del santo a vegliare e preservare l’antico luogo di culto.

Tutto qui è segnato dalla presenza dell’acqua, quella limpida delle risorgive che alimentano la fossa Zigana e quella presente nella peschiera, proprio accanto alla chiesa, luogo di ritrovo di molti dei volatili presenti nell’area naturalistica che qui trovano asilo anche per poter nidificare.
L’acqua qui assume quel valore intrinseco che accomuna uomo e natura, devozione e storia, è un simbolo che richiama alla rinascita, in quel suo continuo generare ed alimentare le varie forme di vita. L’acqua è vista anche come emblema della purificazione ed in effetti qui alleggia quell’armonia che ci fa ritrovare un’intesa perfetta con l’ambiente circostante, come se risorgessimo nel sentire intimo e profondo di un’emozione che ci fa ritrovare l’equilibrio perfetto per la mente e per lo spirito. 

All’esterno della chiesa troverete delle panchine dove poter sostare e godere dello scenario offerto da una delle aree naturalistiche più belle del nostro territorio, connubio perfetto di ogni bellezza che sembra seguire uno spartito fatto di memoria e di silenzi, scritto dalla terra con la complicità del cielo.

La festività legata a San Bartolomeo è ancora molto sentita nella zona ed anche quest’anno sarà possibile assistere alla Santa Messa con benedizione che sarà celebrata alle ore 18:00.
Inoltre l’ultima domenica di agosto e la prima domenica di settembre avrà luogo la sagra di Bibano, evento quanto mai atteso e che offrirà l’opportunità di condividere qualche momento di spensieratezza e convivialità, soprattutto dopo il periodo lungo e gravoso della pandemia.

Quale occasione migliore quindi per trascorrere del tempo tra una camminata ristoratrice per il corpo e l’anima e per riassaporare quel clima di gioia e di leggerezza ritrovandosi in compagnia, circostanza che ci permette di tornare ad essere di nuovo una comunità che in nome della fede e della tradizione comprende quanto sia importante, oggi come non mai, tornare ad essere uniti per ricominciare, tutti insieme.

Ultimo aggiornamento: 29/03/2024 09:14