VENEZIA/TRIESTE - Su un Cpr in Veneto io non ho mai parlato con nessuno.
Noi non siamo stati contattati". Lo ha detto stamane a Venezia il presidente del Veneto, Luca Zaia, nel corso di un punto stampa nella sede della giunta regionale. I numeri "confermano la preoccupazione che avevo posto a inizio estate - ha aggiunto Zaia -, che saremmo andati incontro al doppio di arrivi di migranti rispetto all'anno scorso, con tutti gli annessi e connessi". In Veneto, ha proseguito, "abbiamo superato le 9.000 persone ospitate e la misura è colma.
Solo l'8,3% di 200mila avrà lo status di rifugiato. Almeno 150mila sono migranti economici, che non hanno titolo di richiedere alcuna protezione in Italia, perché non scappano da fame e morte. Così rischiamo di rubare letti a chi ne ha diritto", ha concluso.
Da Trieste anche il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza Regioni, Massimiliano Fedriga, commenta la situazione, a margine di un convegno sulla semplificazione normativa.
"Rispetto alla considerazione di alcuni che nei Cpr c'è chi perde il lavoro o il permesso di soggiorno, dico che è una menzogna: nei Cpr ci sono tutte persone che hanno precedenti penali, è l'esperienza del Cpr di Gradisca di Isonzo." "Sulla rotta balcanica - ha poi aggiunto - c'è una situazione in cui persone entrano illegalmente attraverso due paesi europei cioè Croazia e Slovenia, prima di arrivare in Italia. Penso sia inaccettabile. Per questo più volte ho chiesto un intervento europeo, sono persone che possono chiedere la protezione in altri Paesi e non capisco perché quella rotta debba rimanere aperta e noi dobbiamo subire un'immigrazione illegale così". E ha concluso: "Perciò credo che fare accordi con tutti i Paesi della rotta balcanica possa essere la soluzione".