MOTTA DI LIVENZA (TV) - In questi giorni si ricordano i momenti drammatici della Grande Guerra e, come ogni anno, sulle tombe di alcuni cimiteri a me vicini collocherò un piccolo segno, delle parole che ricordano questi eroi che si sacrificarono per la Patria, che immolarono la loro vita nelle temperie della guerra. Il vero scopo di questo mio gesto è che le generazioni future continuino a ricordare quello che accadde.
L’odio non trova mai fine e lo dimostra le tante guerre che incendiano ancora il mondo, e che stanno facendo tante vittime innocenti. L’uomo non ha ancora capito che l’unico valore per cui battersi è la pace. In questi giorni si parla molto della Serva di Dio: la Regina Elena che da tanto tempo si spera possa essere innalzata agli onori degli altari. Questa Sovrana dedicò la Sua vita a quelli che soffrivano, alle persone poco fortunate, agli ultimi e ai diseredati.
Le sue mani hanno medicato le ferite di molti soldati italiani durante la Grande Guerra che furono ospitati nelle stanze del Quirinale. Il suo amore per il prossimo non conosceva limiti. L’ultima ferita che colpì il suo cuore fu la morte della figlia Mafalda in campo di concentramento. Una donna che fu mandata in esilio senza colpa alcuna. Questa sovrana si spense in terra francese, affranta dalla nostalgia per l’Italia e per il suo Paese natio: il Montenegro. Dal cielo speriamo che ci guidi nei solchi della pace e della fratellanza. Anche in questo periodo sentiamo che se fosse tra noi non avrebbe perso tempo per invocare la pace. Qualcuno scrisse di non permettere al male di entrare nel tuo cuore, perché vi formerà la sua dimora. L’uomo ha smarrito la strada di pace che Dio aveva tracciato per noi.
La riflessione scritta dalla poetessa Monia Pin e che poserò sulle tombe dei caduti di Rivarotta di Pasiano, Cecchini, Ghirano, Visinale, Motta di Livenza, Pasiano di Pordenone e in altri cimiteri è questa:
“ Il nostro dovere è tenere viva la memoria della vostra audacia che vi spinse, senza indugio alcuno, a combattere e a perire a difesa della nostra amata Patria. A voi soldati italiani del Regio Esercito di Vittorio Emanuele III, non mancò la vicinanza di colei che fu Madre in un momento così tragico, la Regina Elena, donna di grande virtù che con fervente amore vi fu premurosamente vicina, curando le ferite dei vostri corpi e confortando spiritualmente le vostre anime. Fu una rosa che profumò d’amore gli ultimi istanti dei caduti e una luce che squarciò il buio del dolore di chi, lontano dai propri affetti, trovò nella sua materna misericordia la forza per battersi strenuamente fino alla vittoria. A voi soldati italiani, resti immutato il fuoco del ricordo che vive nelle nostre anime , abbracciate alle vostre nel nome dell’amore per la nostra diletta Italia”.
Emilio Del Bel Belluz, 4 novembre 2024