“Gli accadimenti degli ultimi anni, dal COVID alle guerre che interessano anche il nostro continente, hanno reso ancor più evidente all’opinione pubblica il ruolo strategico del settore primario e l’importanza di mantenere un comparto agroalimentare sano, strutturato e competitivo. Dopo più di sessant’anni dalla istituzione della PAC - Politica Agricola Comune, in questo mondo radicalmente cambiato e con un settore primario parimenti in evoluzione, è corretto interrogarsi sulle sfide che l’agricoltura e la politica agricola sono chiamate ad affrontare”.
Con queste parole l’assessore regionale all’Agricoltura del Veneto è intervenuto oggi alla seconda sessione di DiviNazione Expo 24, dedicata ad “Agricoltura, pesca e territorio”, tenutasi al Teatro di Siracusa.
“La politica agricola – ha sottolineato l’Assessore - è chiamata necessariamente a considerare la tutela del reddito degli agricoltori, l’adattamento ed il contrasto al cambiamento climatico, il capitale umano e la governance. Si rende perciò necessario aumentare il livello di sostegno pubblico all’agricoltura. La dotazione destinata alla PAC nel bilancio dell'UE, infatti, è diminuita negli ultimi 40 anni, passando dal 70% di inizio anni ‘80 a circa il 30% attuale e non si può pensare ad obiettivi più ambiziosi e contemporaneamente ridurre le risorse. Questo può comportare anche la necessità di rivedere le modalità del sostegno sulla base di nuove necessità come: incrementare le risorse destinate allo sviluppo rurale e rafforzare il potere contrattuale degli agricoltori nella filiera alimentare”.
“Nel caso specifico dei cambiamenti climatici – ha aggiunto Caner - occorre sostenere tutti gli sforzi necessari per consentire al settore primario di esaltare la propria funzione con pratiche virtuose. Ma occorre considerare, inoltre, che l’agricoltura è il settore economico più esposto. Questo richiede alcune azioni a cominciare dal tema della gestione dell’acqua, privandolo di una gestione ideologica e condividendo l’indiscusso valore eco sistemico generale dell’utilizzo irriguo. Così come per la produzione dell’energia è imprescindibile affrontare due questioni non più rinviabili: stimolare per quanto possibile l’autoproduzione aziendale da un lato e cominciare a ragionare di una politica ed un piano energetico europei dall’altro”.
“Il modello di azienda agricola a conduzione familiare, perno delle comunità rurali, appare indebolito negli ultimi decenni – ha concluso l’Assessore -. Per le popolazioni rurali, l’accesso ai servizi è diventato progressivamente più difficile, aggravando la dimensione del fenomeno dell’abbandono di intere zone agricole. Vanno pertanto rinnovati e rafforzati anche gli strumenti per favorire il ricambio generazionale e l’ingresso di nuovi giovani agricoltori, patrimonio di innovazione per fronteggiare le nuove sfide. Tra queste l’apertura del settore alla progressiva innovazione tecnologica maturata anche in ambiti sinora lontani come quello aerospaziale, e investire strutturalmente per promuovere il trasferimento e la diffusione delle conoscenze scientifiche.
Il futuro, infatti, non può prescindere da una maggior condivisione di strategie tra tutti i protagonisti del settore, dalle istituzioni alle imprese e alla società civile. Un lavoro comune verso un rinnovato impegno, inteso a superare le distorsioni commerciali, contrastare la speculazione finanziaria sulle derrate agricole e favorire la creazione di un sistema globale che, in condizioni di reciprocità tra gli Stati, converga verso gli obiettivi della sicurezza e della salubrità alimentare per soddisfare le esigenze di nutrizione del Pianeta e della sostenibilità sociale”.