TRIESTE - Può capitare che un deputato anticipi di settimane quella che diventerà la linea strategica dell’intera Unione. Succede ad Annamaria Cisint, europarlamentare della Lega, che ancora a novembre 2024 chiedeva per iscritto di dichiarare i rottami ferrosi un “materiale strategico” e impedirne così la libera esportazione all’estero.
Ora, dopo una prima risposta a quell’interrogazione, il Commissario europeo Stephane Sejournè annuncia pubblicamente “la valutazione di misure commerciali sui rifiuti metallici”. Ma per la Cisint è ancora troppo poco e, soprattutto, tutto troppo lento. “Per salvare la siderurgia nostrana dagli effetti dei trasferimenti extra Ue urgono azioni immediate e drastiche, come insegnano le decisioni assunte da altri Paesi”, ha detto l’esponente del Carroccio spiegando che già in autunno aveva messo in guardia Bruxelles dalla crisi occupazionale del settore. C’è infatti un costante flusso oltreconfine di questi scarti, in particolare in direzione della Turchia. Secondo il deputato, i materiali secondari devono essere inseriti in una lista di beni strategici per l’economia e la sicurezza. A quel punto scatterebbero i contingentamenti e i controlli a beneficio dei produttori nazionali, obbligati persino a spegnere i propri forni per carenza di prodotto. “I rottami rappresentano la principale fonte di approvvigionamento per le acciaierie dell’Unione, con l’Italia che su questo fronte risulta molto più esposta di altri Paesi – ha spiegato la leghista -.
La graduale elettrificazione degli impianti per ridurne le emissioni ha portato le nostre aziende ad una fortissima richiesta interna. Ma il mercato appare fortemente sbilanciato sulle esportazioni, con la conseguenza che i prezzi salgono e la siderurgia locale deve operare a costi non più concorrenziali. Dobbiamo mettere un blocco alla spedizione fuori dal perimetro comune, pena un crollo della produzione e degli occupati”.
Qualche settimana fa Sejournè ha risposto all’interpellanza in toni molto pacati e diplomatici, Poi, in tempi ancora più recenti, l’Unione ha lanciato un nuovo programma di sostegno alla siderurgia, parlando per la prima volta di misure commerciali “attualmente allo studio”. “Continua il delirio green di Bruxelles che di fronte all’emergenza dumping in atto perde tempo in conciliaboli e consulti invece di emanare decreti esecutivi di immediata applicazione”, ha commentato la Cisint.