Le sopracitate misure di contenimento stanno danneggiando fortemente la nostra economia e, se la situazione dovesse rimanere tale per settimane o addirittura mesi, le conseguenze sarebbero disastrose. Sono diverse le previsioni degli esperti del settore, che stimano inesorabili crescite del debito pubblico e del deficit di bilancio, e soprattutto un crollo del PIL del 3-5%, alcuni affermano addirittura dell’8-11%, con una conseguente perdita di miliardi di euro e una crisi delle imprese, soprattutto piccole e medie, che potrebbe portare a perdere fino a 60.000 posti di lavoro.
È dalle conseguenze giuridiche ed economiche che derivano quelle sociali. L’isolamento forzato si contrappone alla natura stessa dell’uomo, che è per definizione un animale sociale. Gli effetti delle restrizioni si manifestano in modo diverso sulle persone, come abbiamo visto dai canti ben auguranti intonati dai balconi dei propri palazzi, ai post sui social, alle rivolte nelle carceri. Una fortuna è, però, che i nostri mezzi di comunicazione ci permettono di “accorciare le distanze” tramite attività di chiamata, chat o video chat. Ma il problema non si limita alla lontananza dai cari: il 44% degli Italiani, secondo un sondaggio, considera possibile il rischio di perdere il lavoro e un buon 27% lo teme seriamente. È impossibile prevedere che conseguenze potrebbe avere un lungo periodo di isolamento forzato sulla psicologia delle persone.
È certo però che le manifestazioni di solidarietà tra cittadini e le buone notizie che, seppur poche, cominciano a diffondersi contribuiscono a sostenere il morale della popolazione.
Dopo la Cina e l’Italia, la pandemia si è progressivamente allargata, al momento soprattutto alla Spagna, Francia, Germania, Stati Uniti, Iran e Gran Bretagna. In questa situazione il nostro paese costituisce un ottimo esempio su come il sistema sanitario deve affrontare il virus, ma i morti nel mondo superano i 22.000 e la diffusione sta accelerando.
Per aiutare i paesi membri a gestire meglio la crisi, Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione europea, ha annunciato il congelamento del patto di stabilità dell’Unione per permettere ai membri in difficoltà di agire senza preoccuparsi di eventuali sanzioni per l’innalzamento di deficit e del debito pubblico. Tutti i paesi, l’Italia in primis, chiedono, però, che l’Unione europea vari misure di sostegno maggiori, come il ricorso agli eurobond, ossia prestiti solidali a un singolo stato che prevedano la spartizione del debito tra tutti i paesi membri. Ulteriori provvedimenti sono attesi entro le prossime due settimane.
Andrea Biz