Editoriali

In nome della libertà… lasciateli stare!

di Enrico Popolo

La recente esperienza pandemica, non ancora conclusa nel momento in cui scrivo, ha senza dubbio messo a dura prova ognuno di noi. Nessuno escluso. In nome del bene comune, la salute pubblica, abbiamo vissuto oltre due anni di paradossale follia in cui il messaggio terrorizzante del virus assassino, ripetuto all’infinito dai media mainstream, è entrato spavaldo nelle nostre case generando confusione e paura, e fagocitando le nostre fragili certezze.

Quel periodo ha profondamente inciso il nostro terreno emozionale e mentale, trasformandoci inevitabilmente. Probabilmente non saremo più gli stessi. Lungo la strada di questo calvario imprevisto e non voluto in cui tutti abbiamo sofferto, moltissimi hanno perso qualcosa. Lavoro e persone care principalmente, ma anche ciò che la cicatrice evidente delle molteplici ferite inferte dalla pandemia non potrà mai rivelare: la perdita della nostra libertà. Fino al 2019 il valore della libertà era ignorato. Possedendola, non avevamo coscienza di quanto fosse importante poter circolare liberamente senza una museruola che limita respiro e identità. Possedendola, non sapevamo quanto eravamo fortunati a poter vivere una vita priva di limitazioni spaziali e temporali, senza che un veto di prossemica impedisse relazioni e manifestazioni d’affetto. 

Il lockdown, seppur sia stato un momento particolarmente difficile da superare, ci ha insegnato che la libertà non è quel bene assoluto e inalienabile che credevamo di possedere per diritto di nascita, ma condizionato e condizionabile. Quindi, poiché può essere perduto, non è inattaccabile e dev’essere preservato. Ma quanti realmente ne conoscono il significato?
 
Nel libro ‘Quattro saggi sulla libertà’’ edito da Feltrinelli nel 1989, il filosofo britannico Isaiah Berlin così definisce la libertà: «L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla.»
Quindi la libertà è un valore che prima di essere protetto e difeso, dev’essere riconosciuto. 

Secondo quel filosofo, non sono le limitazioni di movimento che definiscono l’assenza di libertà, e nemmeno il sacrificio imposto di stare a casa per evitare il contagio o indossare la mascherina – tanto per portare nell’attualità di questo momento quel principio - ma l’impossibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero, anche se intriso di dissenso. Isaiah Berlin, nel definire il principio di libertà, invita l’individuo a opporsi al sistema e difendere il diritto di espressione delle proprie convinzioni, per evitare che sia inghiottito dall’oblio dell’asservimento, vera prigionia della coscienza. Questa è la vera lotta per la libertà. Ma è retaggio di pochi.
 
La maggioranza delle persone credono di volere la libertà, ma in realtà ne hanno una grande paura. Perché? Perché la libertà ci obbliga a prendere decisioni e le decisioni comportano rischi. E poi: quali sono i criteri su cui si possono basare le decisioni? Purtroppo l’uomo è abituato che gli si dica cosa deve pensare, anche se gli viene detto che deve essere veramente convinto di ciò che pensa. Un inganno, certamente, cioè l’illusione che sia lui a decidere, ma indiscutibilmente efficace. Per questo la manipolazione del consenso di massa, sapientemente orchestrata dai media mainstream, ha avuto e avrà sempre successo.
 
Non mi rivolgo a chi ha dovuto cedere al ricatto e alle intimidazioni pur di non perdere il lavoro o altri beni primari, ma a coloro che abbassando la testa hanno chiuso gli occhi per non vedere e pensare, seguendo senza ragionare e avallando di fatto anche provvedimenti inaccettabili. In questi due anni abbiamo imparato sulla nostra pelle che opporsi alle ingiustizie non è così facile come si crede. Ci vuole intraprendenza, coraggio e spirito di sacrificio che non tutti sono disposti a mettere in campo. Per i pochi che questo coraggio lo hanno dimostrato, si è aperto uno scenario di vessazione, irrisione, scherno e isolamento. 

Il sistema, come definito dal filosofo prima citato, non ha semplicemente aggredito questi sparuti e coraggiosi oppositori, ma li ha condannati al pubblico ludibrio per essere lapidati oltre che dallo Stato, anche da coloro che essi strenuamente difendono. La marcia della dignità, il fronte del dissenso e la disobbedienza sociale, sono vocaboli entrati di buon diritto nel nuovo vocabolario collettivo, identificando una nuova categoria di criminali: i “No vax” e “No green pass”. Questi contestatori, sono colpevoli di promuovere un pensiero diverso. Colpevoli di aver espresso il loro dissenso all’obbligo di un vaccino che desta loro più di qualche perplessità. Colpevoli di aver alimentato il contagio con il loro comportamento e colpevoli altresì di non aver accettato il green pass, uno strumento di controllo che limita grandemente la sfera delle nostre libertà personali.
 
Hanno torto? Hanno ragione? Questo poco importa. Ciò che invece è importante, e qui ritorno al pensiero di Isaiah Berlin, che essi incarnano il diritto dell’uomo di resistere, di essere impopolari e di schierarsi per esprimere liberamente le proprie convinzioni, per il solo fatto che sono sue. Hanno il sacrosanto diritto di farlo.
Quindi lasciateli stare!
In fondo, ormai, sono soltanto il 5% della popolazione.
Tra questi, tanti hanno rinunciato al posto di lavoro per promuovere le proprie idee, subìto l’onta della radiazione da albi e ordini professionali, accettato divisioni e allontanamenti dai propri cari, resistendo orgogliosamente senza mai cedere. Quali improvvisati portabandiera del principio di libertà, riunendosi per manifestare il proprio pensiero, hanno patito il freddo delle piazze, le oppressioni, le persecuzioni e irrisioni, dando prova di grande coraggio e coerenza con il proprio credo.
Quindi lasciateli stare!

Informandosi e studiando si sono sforzati di tenere gli occhi aperti innanzi alla cecità collettiva, smascherando apertamente strategie di propaganda senza mai cedere alle bugie e menzogne del ‘grande fratello’. Molti si sono stretti fra loro, uniti e riuniti per svegliare le coscienze intorpidite da uno ‘tsunami’ sanitario provocato e a volte gestito come strumento politico. Impavidi e coesi nelle proprie convinzioni, hanno sfidato la malattia guardandola negli occhi, affrontandola senza il timore del contagio, anzi ridimensionandola con ricerche scientifiche di medici e virologi e prove a suffragio. Nel principio di libertà finora espresso, non importa che le loro ricerche siano giuste o sbagliate, e nemmeno che abbiano torto o ragione, ma che siano liberi di portare avanti le proprie convinzioni.
Quindi lasciateli stare!
Questi ostinati e innocui oppositori, sono idealisti in un mondo che ha dimenticato il significato del termine libertà; eroi di una resistenza priva di armi e di violenza, se non il letale potere della parola intrisa di verità che ferisce gli ottusi e i menzogneri.
Irriducibili a fronte di qualunque forma di costrizione, vessazione, imposizione e obblighi, sono eroici esempi di chi è disposto a perdere tutto, ma non sé stessi e la propria libertà
Quindi Lasciateli stare!

Non abbiate timore di farvi sfuggire prede preziose. In fondo di strumenti di controllo ne abbiamo a sufficienza. Il controllo finanziario principalmente: conti correnti bancari, carte di debito e credito, finanziamenti e prestiti, il fisco, l’agenzia delle entrate, l’Inps e non meno importante, la riduzione della circolazione del denaro contante. Il controllo tecnologico: il cellulare, Internet e tutto quanto concerne le nuove tecnologie che portano la cultura, le interazioni e relazioni interpersonali in rete. Non dimentichiamo la televisione a fibre ottiche, sempre connessa in rete, che permette l’ingresso di occhi occulti che violano l’interno delle nostre case, e il computer sulle cui potenzialità non mi soffermo. Oltre a ciò Alexa, un formidabile strumento di controllo che addirittura paghiamo per spiarci, barattando scampoli di libertà per un po' di comodità. Infine il controllo personale e collettivo: la proliferazione di telecamere in ogni dove, dall’ingresso nei centri urbani all’imbocco delle autostrade, ma anche nei luoghi chiusi e nei posti di lavoro, affinché garantiscano il controllo costante di tutti i nostri spostamenti. 

Spostamenti, che ricordo, sono monitorati dal navigatore satellitare e dai recentissimi strumenti di telesoccorso, sempre connessi, che tracciano ogni movimento in nome della sicurezza. Non voglio continuare, ma tutto questo e solo quanto conosciamo, cioè la punta di un iceberg che si espande a dismisura nella profondità di abissi a noi ignoti.
In questo Stato di “libertà”, perfettamente gestito dai principi di democrazia, direi che il controllo non manca.
Quindi, questi inoffensivi antagonisti, colpevoli soltanto di dissentire… lasciateli stare!

“No Vax”, “No Green Pass” e qualsiasi altro “No” vogliate aggiungere con la vostra fantasia, rappresentano l’inevitabile ’evoluzione di uno spirito oppositivo al pensiero comune, identificando una minoranza oltranzista impegnata, consapevole e innocua.
Ricordo che il principio di libertà che concerne il pensiero e la sua manifestazione è inviolabile, e abbraccia anche i diritti di libertà di coscienza, di culto, di parola nonché di professare la propria fede. Tra queste è anche la libera manifestazione del dissenso: una raffinata espressione di libertà da proteggere, difendere e imitare. Oltre ciò è l’oblio.

Quindi, in nome della libertà, lasciateli stare.

Lasciateci stare!

Enrico Popolo

Ultimo aggiornamento: 03/05/2024 14:22