L’ostetrica nella vigilia di Natale
di Emilio Del Bel Belluz
Lucia era una donna dal carattere molto volitivo, aveva scelto di fare un lavoro che l’aveva sempre attratta, era diventata un’ ostetrica e il diploma lo aveva conseguito nel 1912 presso l’Università di Parma. L’Italia era governata da Vittorio Emanuele III, che era salito al trono nel 1900, dopo l’uccisione del padre Umberto I. La giovane ostetrica aveva scelto quella professione perché aveva sempre amato i bambini, in famiglia aveva tre fratelli più piccoli che li accudiva come fosse una mamma e fin da allora cominciò ad amare i bambini.
All’età di dodici anni fu chiamata ad assistere una sua vicina di casa che era in travaglio, e non essendo ancora arrivata la levatrice, la piccola, raccolte tutte le sue forze, il suo coraggio e ricordando i racconti della madre su come far nascere i bambini, aiutò quella madre a partorire. Quando giunsero l’ostetrica del paese con il marito della donna, la bambina era già nata. Quel fatto rimase così impresso nella mente di Lucia, che il giorno dopo, disse a sua madre che avrebbe fatto l’ostetrica. Aiutare una donna a portare alla luce un bimbo e sentire il suo primo vagito erano per Lucia dei momenti indicibili di felicità ed appagamento. La madre non rispose , sapeva solo che le possibilità economiche della famiglia erano scarse, ma d’altro canto il desiderio di Lucia era così intenso che si doveva a tutti i costi esaudirlo. A scuola era una brava allieva, non aveva nel cuore che lo studio. Amava stare con i bambini, e non si sottraeva ad alcun sacrificio, come quello di percorrere una decina di chilometri per raggiungere la scuola.
Il padre aveva capito che niente e nessuno poteva dissuaderla dalla sua scelta. Terminato il ciclo scolastico fu ospitata da una cugina avanti negli anni nella città di Parma per frequentare gli studi necessari per il conseguimento del diploma di ostetrica. La famiglia fu davvero lieta d’aver fatto tanti sacrifici e aver dato la possibilità alla figlia di realizzare il suo sogno. Durante gli studi universitari ebbe modo di conoscere la regina Elena assieme alla figlia Iolanda che un giorno fecero visita alle allieve. La Sovrana era una grande appassionata di Medicina ed amava tantissimo i bambini, aiutando instancabilmente quelli soli e bisognosi. La Regina a tutte le studentesse aveva fatto un piccolo dono, una collanina con una medaglietta di Casa Savoia. La Sovrana si era intrattenuta a lungo e aveva mangiato nel refettorio con loro. Lucia aveva raccontato questo stupendo incontro alla famiglia. Il padre e la madre ne erano stati incantati. Pochi mesi dopo aver preso il diploma era stata assunta come ostetrica in un paesino vicino al Po. Ancora una volta aveva dovuto radunare i suoi pochi vestiti e partire. In quel paese era stata ospitata dal Comune in una casa che doveva condividere con una maestra che era piuttosto anziana. La convivenza non aveva mostrato nessuna difficoltà. La maestra che faceva scuola in paese non era sposata e aveva un compito molto impegnativo; doveva infatti insegnare a cinque classi.
Lucia si sentiva felice ed aveva ottenuto la condotta di ostetrica dal Comune che le aveva affiancato anche una persona per accompagnarla nei luoghi, dove era necessaria la sua presenza. I primi tempi non furono facili, ma aveva trovato appoggio e sostegno in una sua collega in pensione. Una vigilia di Natale fu chiamata a prestare la sua professionalità in un’ isoletta, che per arrivarci dovette servirsi di una barca. L’uomo che la venne a prendere in calesse era piuttosto triste, perché sperava di trascorrere la vigilia di Natale in famiglia, con la moglie e i figli. La sera di quella vigilia era fredda, c’erano poche persone per la strada, le finestre delle case erano illuminate, verosimilmente tutti i componenti della famiglia stavano cenando prima di assistere alla Messa di Mezzanotte. Quando arrivarono vicino al fiume, l’uomo individuò subito il punto dove aveva attraccato la barca, e non essendo la prima volta che accompagnava un’ostetrica in quell’isoletta, sapeva il fatto suo. Lucia era impaurita perché era la prima volta che doveva solcare il fiume di notte, la sola luce era data dalle stelle e da una piccola lampada a petrolio. Immaginò sua madre, suo padre e i suoi fratellini davanti al presepe, che si preparavano per andare alla Santa Messa di Mezzanotte. Quante volte c’era stata e le mancava quel momento, ma lei nella notte di Natale avrebbe fatto nascere un piccolo tesoro, un bambino come Gesù. Finalmente intravidero delle luci e alcune case, erano quelle dei pescatori che vivevano in quei luoghi facendo una vita difficile, di duro lavoro. Lucia pensò ai pescatori che avevano lasciato tutto per seguire il Maestro.
Sulla riva vide un uomo con una lanterna che li stava aspettando, e che la aiutò a scendere: era il padre del futuro nascituro che la pregò di fare presto. La moglie era al primo parto e aveva tanta paura, con lei c’era un’anziana del posto. Lucia aveva il cuore in gola, ogni parto poteva presentare delle imprevedibili difficoltà. Quando entrò in quella umile casa, gli venne in mente la nascita del Bambinello a Betlemme, in una stalla, al freddo e al gelo. Quando vide la partoriente le disse di stare tranquilla, era la notte di Natale e in quella casa non sarebbe mancata la protezione del Buon Gesù. Erano le undici di sera. La giovane donna aveva il viso contratto dal dolore. Chiese dell’acqua calda per lavarsi le mani, e tolse dalla borsa gli strumenti necessari. La casa non era illuminata che con un lume a petrolio, e nella stanza non c’era molta luce. Mentre si apprestava a compiere quello che la Regina Elena chiamava la sua missione, vide su una parete della stanza appeso un quadro con l’effige della Madonna. La Madre celeste le fece coraggio e, a mezzanotte, mentre si sentivano i dodici rintocchi delle campane del paese, nasceva un bambinello di tre chilogrammi, che subito adagiò tra le braccia della madre. Venne chiamato il padre e tutti insieme festeggiarono il lieto evento. Il sudore le scendeva dalla fronte e ringraziò il buon Dio che ancora una volta l’aveva aiutata.
Quella notte non se la sentì di lasciare la mamma da sola e rimase fino alla mattina seguente. Con quella famiglia trascorse il più bel Natale della sua vita. Il bambino fu chiamato Umberto, lo stesso nome del nonno paterno, pescatore pure lui e morto alcuni anni fa. Ogni volta che faceva nascere un bambino lo sentiva come proprio. Durante la sua vita fece nascere tanti bambini, e divenne mamma pure lei. Al piccolo paese vicino al Po, ricordano ancora l’ostetrica Lucia per la sua grande disponibilità ed umanità. Un suo nipote rimase così colpito dalla storia della nonna che volle seguire le sue orme, diventando ginecologo e conserva tuttora il diploma di Lucia che fa bella mostra nel suo studio.