Il 3 giugno 2025 ricorrono dieci anni dalla morte di una delle persone che ho più amato e stimato nella mia vita: Sergio Boschiero. Dedicò interamente la sua esistenza a Casa Savoia e ai valori che essa rappresentava. Per me fu un vero maestro, perché mi insegnò ad amare una delle figure tra le più grandi di Casa Savoia: Re Umberto II. Sergio Boschiero non mancava mai di portare alla luce le tante ingiustizie che furono compiute contro Casa Savoia, in particolare, si batté per il rientro dall’esilio del Re Umberto II e della consorte. Lo fece scrivendo in molti giornali, con la sua penna vivace e onesta, sapendo di perorare una causa a cui credeva fin da giovane.
La sua militanza iniziò fin dall’età di dieci anni. Nel maggio 1946, aiutò altri simpatizzanti a tappezzare i muri della città di Vicenza con manifesti che invitavano a votare per la monarchia. Sergio Boschiero fu sempre attivo, con mille iniziative volte a far rientrare in Patria i sovrani morti in esilio. Il Suo sogno era che fossero sepolti al Pantheon, dove riposano i Re d’Italia. Gli sarebbe piaciuto che quella pagina di storia fosse stata scritta, ma l’odio verso chi aveva unificato l’Italia non era ancora cessato.
La figura di questo personaggio mi è cara, e nella mia casa conservo molto gelosamente le sue lettere che nel corso degli anni mi aveva inviato. Per anni mi spediva il giornale dove scriveva: “ Monarchia Oggi”. Era sempre bello riceverlo e conoscere dei pezzi di storia dei Savoia che sarebbero altrimenti andati dispersi. Il tempo corre inesorabilmente, ma i ricordi che ho nei suoi confronti rimarranno per sempre.
Sono trascorsi dieci dalla sua scomparsa, non credo che gli dedicheranno mai una via o un monumento, anche se lo meriterebbe. Pertanto voglio ricordarlo con questo scritto. Nutro almeno la speranza che qualcuno si rechi sulla tomba di famiglia, a Breganze, in provincia di Vicenza, per onorarlo con un fiore, il fiore della fedeltà a Casa Savoia e al Suo Re Umberto II. Ho conosciuto pochi uomini tenaci come Boschiero, persone che non hanno mai guardato ai propri interessi, ma si sono spesi interamente per i valori in cui credevano, valori che non hanno mai rinnegato, al contrario di ciò che spesso accade oggi, sia in ambito politico che sociale.
Scrissi molte volte che una testa nobile lascia una scia nobile e Sergio Boschiero era una testa nobile. In una pagina di un giornale trovai questo scritto: “ Non c’è nulla che possa rimpiazzare l’assenza di una persona cara, né dobbiamo tentare di farlo; è un fatto che bisogna semplicemente portare con sé, e davanti al quale tener duro; a prima vista è molto impegnativo mentre è anche una grande consolazione: perché rimanendo aperto il vuoto si resta, da una parte e dall’altra, legati a esso. Si sbaglia quando si dice che Dio riempie il vuoto: non lo riempie affatto anzi lo mantiene aperto, e ci aiuta in questo modo a conservare l’autentica comunione tra di noi, sia pure nel dolore. Inoltre: quanto più belli e densi sono i ricordi tanto più pesante è la separazione. Ma la gratitudine trasforma il tormento del ricordo in una gioia silenziosa. Portiamo allora dentro di noi la bellezza del passato non come una spina, ma come un dono prezioso”. Lo ricordo come un fratello, infatti, ero legato da un profondo affetto.
Sarebbe bello ed interessante raccogliere tutti i suoi scritti, pubblicati su vari giornali e riviste, con l’obiettivo di stampare un libro destinato alle generazioni future. Il buon Dio gli ha concesso la grazia di non morire il 2 giugno, una data molto triste per i monarchici, perché segna l’avvento della repubblica, reso possibile anche da gravi irregolarità elettorali. Nell’altra vita, avrà potuto finalmente unirsi al suo Re, che ha sempre amato e al quale è rimasto fedele fino alla fine dei suoi giorni.
Emilio Del Bel Belluz