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Radici ritrovate: il viaggio della Famiglia Maccan-Sartor 

di Monia Pin

Dal Brasile alla scoperta delle origini Trevigiane

Quando Catia Dal Molin mi ha contattato la prima volta per illustrarmi la sua attività di turismo genealogico io sono entrata in un mondo totalmente sconosciuto. L’occasione per toccare con mano questo “fenomeno”, destinato probabilmente ad un prossimo crescente sviluppo, l’ho avuta di recente grazie al fatto che una famiglia originaria dello stato di Rio Grande do Sul ha voluto cercare e conoscere le proprie origini. Hanno ripercorso a ritroso un viaggio costellato da sentimenti fortissimi, tali e quali quelli provati dai loro avi ma con sfumature diverse eppure così potenti da creare un ponte ideale che supera la barriera del tempo.
 
Uno dei loro antenati era originario di Godega di Sant’Urbano si chiamava Lorenzo Sartor ed era nato il 14 agosto del 1882. La famiglia si era successivamente spostata a Cimetta di Codognè e il 28 novembre del 1906 si era sposato con Maccari Angela nell’antica pieve di San Pietro di Fontanelle. Dopo la Prima Guerra Mondiale emigrò con la famiglia verso il Brasile stabilendosi nello stato di Rio Grando Do Sul.

Chiedo alla Dott.ssa Catia Dal Molin, storica, genealogista, cosa significhi il turismo delle origini e lei ne dà una definizione che sembra già anticipare quanto sia il valore intimo e profondo che sta alla base di questi viaggi dell’anima.

“Il turismo delle radici rappresenta un viaggio emozionante e significativo per gli italo-discendenti, una scoperta che va al di là del semplice spostamento fisico, immergendosi piuttosto nelle profonde radici della propria storia familiare e culturale. È un'esperienza che intreccia il passato con il presente, illuminando i legami che ci collegano alle nostre origini e fornendo una prospettiva unica sulla nostra identità.”

Questa è un'opportunità unica per esplorare i luoghi che hanno plasmato le storie e le tradizioni delle loro famiglie. Attraverso visite ai villaggi ancestrali, alle chiese secolari, agli archivi storici e agli incontri con parenti lontani, si apre un vero e proprio caleidoscopio di esperienze che rivelano i fili invisibili che ci legano al passato.”

LE ORIGINI DEL TURISMO GENEALOGICO
Catia Dal Molin, partendo dalla sua personale storia da italo-brasiliana, nata e cresciuta in Brasile, conosce perfettamente ciò che si prova nel sentire quella nostalgia (saudade) che lega indissolubilmente la persona alle sue radici. E’ cresciuta in una comunità prevalentemente veneta in Brasile, e l'amore per la terra natia della nonna l'ha spinta anni dopo ad intraprendere un viaggio che le avrebbe cambiato la vita, un sogno germogliato fino a diventare realtà. Questa esperienza si è trasformata in una professione gratificante che offre alle famiglie italo-discendenti la stessa possibilità che lei ha avuto, cercare quel luogo d’origine custodito nel cuore con orgoglio e amore e che ora i discendenti intendono trovare, onorando la memoria di chi non c’è più.

Quali sono le principali caratteristiche che rendono il turismo delle radici così importante, oltre all’aspetto emotivo?
“L'importanza del turismo delle radici risiede anche nel suo potenziale di riconnessione culturale. Gli italo-discendenti sparsi per il mondo possono riscoprire le tradizioni, usi e costumi attraverso l'enogastronomia, le visite ai luoghi simbolo di borgate e dei paesi, la lingua e le pratiche culturali che hanno sono state trasmesse di generazione in generazione.
Inoltre il turismo delle radici ha un impatto significativo sull'economia locale e sul turismo sostenibile. Attraverso visite autentiche e esperienze culturali genuine, le comunità locali possono prosperare, preservando nel contempo il loro patrimonio storico e culturale. È un turismo che mette al primo posto il rispetto per l'ambiente e crea le condizioni affinché ci sia un'interazione più responsabile con le risorse naturali e culturali.”

L’ORGANIZZAZIONE DEL VIAGGIO
Come si organizza un viaggio genealogico e quali sono i principali aspetti di cui tener conto?
“Bisogna comprendere l’importanza e come creare un programma di turismo delle radici. Questo richiede una serie di considerazioni cruciali per assicurare che sia efficace nel soddisfare le esigenze e i desideri dei partecipanti, soprattutto per quanto riguarda le storie familiari.
Più precisamente è essenziale condurre una ricerca accurata sulle radici familiari dei partecipanti. Questo potrebbe includere la raccolta di informazioni genealogiche, l'identificazione dei luoghi di origine della famiglia e la ricerca di eventuali documenti o risorse disponibili. Ogni famiglia ha una storia unica, quindi è importante personalizzare il programma per adattarsi alle esigenze specifiche dei partecipanti. Coinvolgere esperti di genealogia e turismo locale può essere estremamente utile. Collaborare con le comunità locali nei luoghi di origine della famiglia può arricchire l'esperienza dei partecipanti."

UN VIAGGIO VERSO LE ORIGINI TREVIGIANE
Il viaggio che ho avuto modo di seguire riguardava un gruppo di sedici persone, discendenti diretti, decisi a conoscere i luoghi ancestrali che videro i natali dei loro antenati. La prima tappa li ha visti arrivare presso villa Marcello Del Majno, famiglia per la quale i Maccan lavoravano alcuni appezzamenti di terreno. Si è aggiunto poi un fatto sorprendente che ha emotivamente coinvolto la famiglia, poter vedere la casa della famiglia Maccan, ora passata a dei nuovi proprietari che hanno gentilmente accolto gli ospiti. Il momento ha avuto un risvolto didattico soprattutto per i bambini, hanno visto come era la struttura di una tipica casa colonica del passato con stalla, fienile, granaio e altre adiacenze per gli animali, perfettamente conservati e restaurati dalla nuova famiglia.

Nel pomeriggio la comitiva si è spostata verso Godega di Sant’Urbano, precisamente Pianzano zona Levada dove il loro avo Lorenzo Sartor ha visto i suoi natali. Dopo la pausa pranzo appuntamento in municipio dove ad attenderli c’era il Sindaco Paola Guzzo e l’assessore Giorgio Visentin. L’incontro è stata l’occasione per ricordare quanto sia importante mantenere vivi i legami atavici con i luoghi di origine, dando l’opportunità ad entrambe le parti di incontrarsi su quella linea sottile eppure così resistente delle radici comuni, dove ognuno dona all’altro testimonianze e sensazioni. E’ seguita la visita a due luoghi sacri del posto, la chiesa di Santa Maria Ausiliatrice in località Levada e successivamente quella alla Chiesa di San Biagio in località Baver. In ambedue le chiese ci si è immersi nella devozione popolare e nella forza della fede che ha forgiato anime e opere d’arte, rimanendo punti fermi dove la bellezza fa da sfondo a vite che si incrociano in una storia che sembra non dover mai finire.

Il soggiorno si è concluso a Cimetta di Codognè dove la splendida chiesa ha fatto da cornice al 50esimo anniversario di due componenti della famiglia.
In ogni posto visitato la luce nei loro occhi fa comprendere quanto sia importante per loro anche solo sfiorare un vecchio muro, affondare lo sguardo in un affresco o camminare lungo strette vie perché sono gli stessi dove i loro antenati hanno camminato, magari mentre progettavano di andare a cercare fortuna in Paesi lontani.

L'aver vissuto in prima persona questa nuova esperienza di viaggio mi ha fatto comprendere due cose essenzialmente: per quanto il tempo passi un po' di quel passato ci resta impresso, come fosse un promemoria di nostalgia e amore che ci riporta lì, nel luogo preciso dove tutto ha avuto inizio. Le esperienze vissute saranno terreno fertile per le giovani generazioni e speriamo per quelle a venire.

L'impegno di Catia e non solo, riesce in un'impresa difficile che grazie alla passione fa riunire remote memorie a vite che non attendono altro che conoscere quel sé nascosto, tra viottoli di campagna e chiese ridondanti di fede, dove la bellezza ha preso forma ed anima, la stessa che i nostri emigranti hanno esportato, con sacrificio e lavoro, sempre memori della loro lingua e delle tradizioni che hanno accuratamente conservato e tramandato.

Il secondo aspetto è la gratitudine, quella che scorreva in silenzio negli sguardi di persone felici che con un semplice saluto ed un sorriso hanno espresso ciò che le parole non possono dire. In quel frangente c'era un'unione di sensazioni che univano spontaneamente chi qui vive e chi qui ritrova una parte di sé. Entrambi incarniamo lo spirito degli avi e anche se un oceano ci divide c'è l'eredità comune di generazioni a pulsare nei nostri cuori.

Il turismo genealogico è un lavoro frutto di un amore nato da un'esperienza personale per espandersi oltre, coinvolgendo comunità che si ritrovano sulla linea di valori che li accomunano. Vite che si incrociano come fili invisibili tesi all'inverosimile fino a sfociare nel fiume di emozioni che travolge ed abbraccia, tutti, senza confini, seguendo un canto antico che non ha mai perso nessuna nota per non farci dimenticare volti e nomi di chi coraggiosamente e con il dolore nel cuore ha costruito altrove la sua vita. Non una mera visita turistica ma un viaggio sensoriale, l’anima sembra accordarsi a quella degli avi, sentire le carezze del vento, i profumi, i rintocchi delle campane che hanno accompagnato le ore di chi qui ha vissuto ed è partito, portando un povero bagaglio ma una ricca memoria che ha messo solide radici nei discendenti, gli stessi che tornando consolidano il senso di appartenenza alla comunità.


Ultimo aggiornamento: 30/04/2025 14:06