Roma, la presentazione ufficiale dell’associazione nazionale Cavalieri di Vittorio Veneto
VITTORIO VENETO (TV) – Si è svolta stamattina nella sala stampa della Camera dei Deputati a Roma la conferenza stampa di presentazione dell’Associazione nazionale Cavalieri di Vittorio Veneto, alla presenza di Gabriele Prodromo, presidente nazionale dell’associazione; Barbara De Nardi, vicepresidente nazionale, Paolo Gerometta, presidente nazionale Assoarma; Piero Fassino, vicepresidente commissione difesa della Camera.
L’associazione Cavalieri di Vittorio Veneto è stata rilanciata nel 2021 dall’Amministrazione Comunale cittadina, rimasta unico socio fondatore ancora esistente, su input della locale Consulta della Associazioni d’Arma. Obbiettivo dell’operazione è stato salvaguardare la memoria e i valori culturali e patriottici che furono alla base della nascita del sodalizio. L’Amministrazione Comunale ha per questo promosso e approvato l’adozione di un nuovo statuto per permettere all’Associazione di operare.
Operando di concerto con il Museo della Battaglia che ospita al proprio interno il Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto, l’Associazione ha iniziato a gestire l’invio ai discendenti degli insigniti del titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto di attestati comprovanti l’avvenuto conferimento dell’onorificenza a suo tempo meritata dai loro antenati.
In seguito ad una convenzione stipulata con il Comune di Vittorio Veneto, l’Associazione ha quindi iniziato a farsi carico anche dell’invio del Diploma di Cittadinanza Onoraria a suo tempo concessa a tutti i titolati dell’ordine e, in occasione delle Centenario della Grande Guerra, estesa a tutti partecipanti al conflitto. Fino ad oggi tra Cavalierati e Cittadinanze onorarie sono state inviate oltre 5.000 attestazioni, richieste anche dai discendenti dei nostri emigranti nelle Americhe e in Australia.
L’Associazione cerca ora di espandersi in tutte le regioni del Paese per riacquisire quella dimensione nazionale che la caratterizzò in passato. Nel corso del 2024 sono dunque stati studiati un nuovo statuto ed un nuovo regolamento poi approvati - ad inizio 2025 - dal neoeletto consiglio direttivo. Questi indispensabili strumenti organizzativi e gestionali, prevedono ora - per i Cavalieri di Vittorio Veneto - l’esistenza e l’operatività di tutte le ramificazioni necessarie a livello regionale, provinciale e comunale. L’Associazione potrà dunque ora svilupparsi in tutto il territorio nazionale.
Barbara De Nardi, assessore ai rapporti istituzionali del Comune di Vittorio Veneto e vice presidente dell’associazione Cavalieri dell’Ordine di Vittorio Veneto: “Vittorio Veneto è città identitaria per il Paese, non a caso scelta nel 1968 per il nome del neonato Ordine Cavalleresco. L'Associazione che ne porta il nome e vuole perpetuare la memoria dei Cavalieri di Vittorio Veneto e della Grande Guerra, specie nell'attuale contesto internazionale, ha il compito, anzitutto, di radicarsi nel territorio nazionale per realizzare il doveroso e fondamentale obiettivo di trasmettere la conoscenza di quanto avvenne un secolo fa alle nuove generazioni".
APPROFONDIMENTO
Il Cavalierato di Vittorio Veneto
È il 1968. Sono trascorsi cinquant’anni dalla fine della Grande Guerra. Il conflitto che sancì il completamento del processo di unificazione del Paese aveva richiesto il sacrificio di un’intera generazione di combattenti. In quel 1968, la giovane Repubblica italiana, che si lasciava alle spalle la tragica esperienza di un nuovo conflitto da poco concluso e la lunga notte del ventennio fascista, volle onorare quanti avevano speso una parte significativa della propria giovinezza sui campi di battaglia dello scontro che infiammò l’Europa fra il 1914 e il 1918. Nasceva così l’Ordine di Vittorio Veneto, istituito su proposta del senatore Aldo Rossini, egli stesso combattente nel primo conflitto mondiale e decorato di medaglia d’argento al valor militare.
La legge 263, istitutiva della nuova onorificenza, fu votata il 18 marzo 1968. Riconosceva il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto a tutti i militari che avessero preso parte alla Grande Guerra o ad uno dei precedenti conflitti nei quali il Paese era stato coinvolto, ottenendo la Croce al Merito di Guerra.
Il cavalierato di Vittorio Veneto spettava a tutti i combattenti ancora in vita alla data del 1° gennaio 1968 che ne avessero fatto richiesta attraverso il comune di residenza. Agli insigniti venne consegnato un diploma sul quale figuravano il castello di Trento e la cattedrale di San Giusto di Trieste, due simboli che - nell’immaginario collettivo di una generazione - avevano rappresentato le mete a cui tendere per il compimento dell’unità nazionale. I nuovi cavalieri avrebbero potuto fregiarsi di una decorazione a croce greca piena, incisa, caricata di uno scudetto a forma di stella a cinque punte con la scritta «Ordine di Vittorio Veneto». Sul verso, all’incrocio dei due bracci della croce, era presente un elmetto. La medaglia era sorretta da un nastro con i colori della bandiera nazionale diviso a metà da una riga azzurra.
Per l’occasione fu anche coniata una piccola medaglia in oro a ricordo del cinquantesimo della vittoria. La legge istitutiva del cavalierato previde anche che i decorati con reddito non superiore al minimo imponibile previsto ai fini dell'imposta complementare, potessero godere di un assegno vitalizio pari a 60000 lire che venivano corrisposte il 30 giugno e il 20 dicembre.
A capo dell’ordine la legge pose il Presidente della Repubblica. Il primo a rivestire la carica fu Giuseppe Saragat.
Gli ex combattenti della Grande Guerra insigniti del titolo di Cavalieri di Vittorio Veneto, avvertirono presto l’esigenza di dare vita ad un sodalizio che li riunisse con l’intento di tramandare la memoria degli eventi epocali di cui erano stati protagonisti e i valori patriottici che, a quegli eventi, erano legati. Un comitato promotore costituitosi a Rapallo si rivolse dunque al Comune di Vittorio Veneto, inviando uno schema di statuto che la Giunta Comunale approvò il 2 dicembre 1969. L’associazione, che ebbe quindi tra i suoi fondatori anche l’Amministrazione della città di cui avrebbe portato il nome, nacque ufficialmente Il 20 gennaio 1970 a Genova, nello studio del notaio Giuliano Dodero, con atto ai rogiti n. 4038 del fascicolo n. 32383 del repertorio.
La nuova compagine si sarebbe chiamata "ASSOCIAZIONE NAZIONALE CAVALIERI DELL'ORDINE DI VITTORIO VENETO – VICTORIA NOBIS VITA – EX COMBATTENTI DELLA GUERRA 1915-18" o, più semplicemente "ASSOCIAZIONE NAZIONALE CAVALIERI DELL'ORDINE DI VITTORIO VENETO". La sede - e non poteva essere diversamente - fu fissata nella città divenuta simbolo dell’affermazione italiana sull’impero austro-ungarico: Vittorio Veneto. Erano ammessi a farne parte tutti i veterani della guerra 1915-1918 che avessero la qualifica di Cavalieri dell’Ordine di Vittorio Veneto.
Il Cavalierato di Vittorio Veneto, istituito per esprimere la gratitudine della Nazione a tutti i combattenti della Grande Guerra e dei precedenti conflitti nei quali l’Italia era stata coinvolta, riguardava uomini che erano stati protagonisti di eventi accaduti almeno mezzo secolo prima. Lo scorrere del tempo era dunque destinato a ridurne le fila sino a quando Delfino Borromini, l’ultimo titolato ancora in vita, non si spense alla veneranda età di 110 anni, il 26 ottobre 2008.
L’Ordine di Vittorio Veneto fu dunque abrogato dall’art. 2268 comma .1 del Decreto Legge 66/2010, recante norme sul Codice dell’ordinamento militare.
Successivamente però, il legislatore si corresse e una modifica contenuta nel Decreto Legge. 20/2012, Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, all’art. 20, comma 2 e art. 10 comma 8, lo ripristinò, salvaguardandone l’esistenza.
Con la scomparsa dell’ultimo cavaliere, anche l’Associazione che aveva riunito fra di loro i titolati, aveva forse perduto la propria ragione di essere? Tutto ciò che ne rimaneva erano i simboli, ovvero il gonfalone e il labaro e l'archivio documentale conservati nella sede storica, da sempre collocata al nr. 13 di Piazza del Popolo a Vittorio Veneto. Il compito di rivitalizzarla e di tramandarne la memoria se lo assunse dunque la locale Consulta delle Associazioni d’Arma che si rivolse all’Amministrazione cittadina, essendo de facto il Comune di Vittorio Veneto l’unico membro dell’originale sodalizio ancora esistente ed il solo titolato ad avocare a se le competenze statutarie indispensabili ad approvare un nuovo statuto che potesse dare all’associazione obiettivi e finalità tali da rilanciarne l’azione. Toccò dunque al Consiglio comunale di Vittorio Veneto, con atto in data 20 settembre 2021, approvare il nuovo strumento statutario che ha trasformato l’associazione in ciò che è oggi: l’ideale, luogo della memoria» nel quale viene mantenuto vivo il ricordo di quanti combatterono su tutti i fronti della Grande Guerra e, con particolare riferimento ai combattenti italiani, a quanti furono insigniti del titolo di "Cavalieri di Vittorio Veneto" o non poterono ottenere l’onorificenza perché caduti o dispersi in battaglia o perché, reduci, vennero a mancare prima del 1968, anno nel quale il riconoscimento fu istituito.
L’azione dell’Amministrazione comunale fu guidata dalla volontà di ribadire la condivisione dei principi di patriottismo e di solidarietà nazionale, di cui è portatrice l’Associazione e dei quali non si voleva disperdere il patrimonio morale e gli ideali fondanti. A seguito di una convenzione sottoscritta con l’Amministrazione comunale, l’associazione gestisce il Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto. La struttura, nata da un’iniziativa del ricercatore Franco Giuseppe Gobbato, si trova all’interno del Museo della Battaglia e custodisce i nominativi di oltre 1.200.000 combattenti insigniti dell’onorificenza omonima.
I discendenti dei Cavalieri di Vittorio Veneto, rivolgendosi alla segreteria dell’Associazione, possono ora richiedere sia l’attestato comprovante che il loro antenato fu effettivamente insignito del cavalierato, sia il diploma di cittadinanza onoraria che nel 1968 fu conferita a tutti i titolati. Ma c’è di più. Il conferimento della cittadinanza onoraria, con delibera di Consiglio comunale adottata il 4 novembre 2017, è stato esteso a tutti i soldati italiani che presero parte alla Grande Guerra caduti, dispersi o venuti a mancare prima del 1968, anno in cui il cavalierato fu istituito. Ai loro discendenti è dunque possibile chiederne il rilascio, sempre rivolgendosi all’Associazione Cavalieri dell’Ordine di Vittorio Veneto.
L’Amministrazione cittadina ha così inteso onorare la memoria di quanti non poterono ottenere il titolo di Cavalieri di Vittorio Veneto perché morti in battaglia, dispersi o mancati prima dell’anno 1968.