SAN VITO DI CADORE (BL) - È realtà la nuova Casa-rifugio “Maria Grazia” per donne vittime di violenza a San Vito di Cadore. Favorire il percorso di uscita dalla violenza per donne e loro figli, attraverso un alloggio sicuro ma anche un accompagnamento verso l’autonomia, è l’obiettivo del progetto ideato all’interno dei percorsi di coprogettazione promossi dal Csv Belluno Treviso per l’anno 2024, e frutto del partenariato e della collaborazione di Belluno-Donna Odv , referente del progetto, con diverse associazioni locali.
L’alloggio – di proprietà del Comune di San Vito di Cadore, donato a quest’ultimo dall’ex primaria dell’ospedale “Codivilla”, Maria Grazia Amato, scomparsa nel 2022 e alla quale è stata oggi intitolata la Casa-rifugio – è stato dato in gestione, in seguito a un bando, dal Comune stesso all’associazione Belluno-Donna per portare avanti il progetto di accoglienza di donne vittime di violenza e dei loro figli, nel rispetto delle volontà della stessa benefattrice.
La coprogettazione ora ha consentito e consentirà di dare concretezza all’idea. L’abitazione, dopo alcuni lavori di sistemazione avvenuti nei mesi scorsi, è ora disponibile per l’accoglienza; oltre all’alloggio, verranno forniti gli alimenti provenienti dal banco alimentare e buoni spesa alimentari e farmaceutici.
La gestione della Casa garantirà gratuitamente ospitalità per i temi previsti dal percorso personalizzato, gestito dall’associazione in collaborazione con la rete dei servizi socio-sociali e assistenziali del territorio, assicurando al contempo servizi educativi e sostegno scolastico ai minori.
Non si tratta puramente di un servizio di ospitalità, ma l’associazione garantirà ascolto, consulenza legale, orientamento al lavoro al fine di agevolare l’autonomia . Sono disponibili, in questo senso, anche le volontarie operatrici, la cui formazione, già avvenuta, era parte sostanziale del progetto. Inoltre, sono in fase di attuazione, in queste settimane, anche degli incontri in rete con i servizi sociali di Cadore, Comelico, Cortina e Valle del Boite.
«Con questo progetto intendiamo favorire il recupero dell’autonomia delle donne vittime di violenza e dei loro figli, così come il reinserimento lavorativo e il sostegno nella ricerca di una soluzione abitativa», spiega la presidente di Belluno-Donna Anna Cubattoli . «Non solo: il progetto prevede anche una fase di sensibilizzazione della cittadinanza rispetto al fenomeno della violenza contro le donne e di coinvolgimento verso il suo contrasto. Vogliamo promuovere una cultura di rete locale e di integrazione tra i servizi come metodologia di intervento permanente su questi temi».
Al progetto di rete collaboreranno, come detto, anche altre realtà: Cadore Società Cooperativa Sociale delle Dolomiti agevolerà la realizzazione di percorsi di inserimento lavorativo, Anteas Pelego Odv garantirà supporto negli spostamenti necessari per raggiungere le sedi di Ponte nelle Alpi, Belluno e Feltre del Centro antiviolenza e dei servizi territoriali coinvolti nel percorso di autonomia; infine, il Consorzio Pro Loco Cadore Unpli Aps collaborerà alla realizzazione di iniziative di sensibilizzazione e prevenzione sul territorio per coinvolgere la popolazione.
«La coprogettazione permette, grazie alla collaborazione tra partner con diverse competenze, di dare vita a un intervento strutturato che riguarda diverse fasi: l’accoglienza di donne vittime di violenza e loro figli, come nelle competenze dell’associazione capofila, in sinergia con i servizi sociali territoriali perché possa diventare azione di sistema verso un’autonomia delle donne stesse. Ancora, strategica è la fase di promozione territoriale e di coinvolgimento della popolazione in una logica di prevenzione», aggiunge Elisa Corrà , presidente Csv Belluno Treviso.
Donne vittime di violenza o loro familiari, che vogliano usufruire dei servizi o richiedere assistenza, possono rivolgersi al 393 3981577 (lun. 12.30-16.30, mar. e ven. 10-12, mer. 15-18, gio. 11- 16) o scrivere a bellunodonna@libero.it