Opitergino Mott.

Un dono di luce e devozione: un quadro della Madonna ora veglia sulle case di riposo di Motta e Meduna di Livenza

di Monia Pin

Foto di Carlo Verardo
Foto di Carlo Verardo-Motta di L.
Cerimonia a Meduna di Livenza
Foto di Carlo Verardo
Cerimonia a Meduna di Livenza
Foto di Carlo Verardo-Motta di Livenza
MOTTA E MEDUNA DI LIVENZA (TV) - Se dovessi trovare delle parole adatte all’episodio che mi appresto a raccontare userei una frase che sentivo spesso dire a mio padre “Se devi fare qualcosa falla sempre con il cuore", uno dei princìpi che mi ha trasmesso e che restano un fondamento della mia vita. Lo stesso vale per altre persone che ho avuto la fortuna di aver incrociato nella mia vita. Mi hanno insegnato che non servono azioni eclatanti per dimostrare quanto sia generoso il loro cuore, ma sono sufficienti gesti spontanei e tangibili per comunicare l’amore per il prossimo.

Uno di questi piccoli ma significativi eventi è avvenuto l'11 marzo presso la Casa Tomitano Boccassin di Motta di Livenza, grazie alla generosità e all’altruismo dello scrittore Emilio Del Bel Belluz che ha donato uno splendido quadro raffigurante la Madonna e una statua dedicata a Padre Pio, che gli fu regalata a suo tempo dalla famiglia Idaspini. Il dipinto della Vergine, olio su tavola, è stata da lui stesso commissionato nel 2012 al pittore Antonio Lippi, lo stesso artista che ha dipinto il capitello che si trova vicino alla casa dello scrittore.

Alla cerimonia breve ma intensa, erano presenti il presidente della Casa di Riposo Renzo Cester, il Direttore Generale e il Direttore Sanitario, lo scrittore mottense Emilio Del Bel Belluz e il giovane Sacerdote vicario di Motta di Livenza Don Claudio che ha benedetto l’effige della Madonna, invitando tutti ad un momento di raccoglimento e di preghiera. Alla cerimonia ha assistito anche Suor Rosa, premurosa presenza della Casa come tutto il personale che si prodiga nell’assistenza e il conforto degli ospiti.

Precedentemente un altro dipinto mariano era stato donato dallo stesso scrittore ad una residenza per anziani a Meduna di Livenza grazie al cortese interessamento del sindaco Arnaldo Pitton che ha apprezzato molto l’iniziativa, a dimostrazione della sua sensibilità verso le persone più fragili. L’evento è culminato con la benedizione dell’opera da parte del sacerdote don Luigi Nonis, parroco di Meduna. In quell’occasione una signora non aveva esitato ad affermare con una scintilla di gioia nello sguardo “La Madonna, pare che mi osservi”. Il quadro si trova al centro di una stanza dove le persone possono trovare un’oasi di serenità contemplando l’opera, rinfrancando il cuore e lo spirito.

Ovviamente agli anziani la presenza di un’immagine religiosa così familiare non può che aver risvegliato in loro quella fiamma di felicità e quella sensazione di sollievo che il dolcissimo viso della Vergine Maria sortisce quando gli sguardi affondano nei suoi occhi materni e nei lineamenti teneri e delicati, proprio come quelli di una mamma pronta a confortare e soccorrere ovunque i propri figli.

Questi simboli della millenaria tradizione cristiana riportano le persone alla stessa fede respirata da sempre, ricordando loro quanto essa sia fortemente radicata fin dall’infanzia, e quanto questa che li abbia accompagnati durante tutta l'esistenza, fornendogli la forza necessaria per superare periodi particolarmente ardui ma infondendo loro quell'energia inesauribile che li ha sorretti e spronati , nonostante le avversità, a costruirsi una famiglia, una casa , ad affrontare il duro lavoro, la fatica, le angosce ma sempre tendenti alla speranza. In loro vi era sempre la certezza che il buon Dio non li avrebbe mai abbandonati e avrebbe protetto i loro affetti più cari.

Guardando il volto materno della Madonna si risveglia la memoria dei propri affetti, rammentando anche quello spirito di solidarietà che ha sostenuto la rinascita del nostro territorio e consolidato le nostre comunità cristiane. A quei tempi un aiuto non si negava mai a nessuno e si era certi di trovare sostegno nel prossimo, le persone erano anelli di una stessa catena dove condivisione e umanità univano vite e destini, rafforzando il concetto di società alla luce di quei valori cristiani che rendevano fatiche, problemi e difficoltà superabili proprio perché fronteggiate insieme.

Questa unione si concretizzava anche nella presenza del crocefisso, chiaro riferimento naturalmente all’Amore di Cristo e alla sua promessa di salvezza eterna, ma anche al focolare domestico, ai volti familiari, ai propri cari mai dimenticati, così come il suono delle campane resta un ricordo nitido nel cuore: esso scandiva scrupolosamente la vita contadina, secondo ritmi ancestrali che noi abbiamo perduto.

Un semplice dipinto donato agli ospiti di Casa Tomitano Bocassin equivale ad offrire un segno concreto di vicinanza e conforto agli anziani che sostano davanti a quel volto, un modo per lenire il loro dolore e far comprendere loro che non sono soli, ribadendo il concetto, se mai ne avessero bisogno, che la Madre Celeste è sempre lì, pronta ad abbracciarli con il suo Amore infinito.

Sta a noi trovare la stessa forza nel credere ai simboli religiosi che hanno forgiato la fede di generazioni, in un periodo, il nostro, nel quale sono nascosti o peggio dileggiati. A noi resta un compito non certo facile ma neppure impossibile: mostrarli, renderli visibili, portarli nei luoghi di sofferenza, donarli negli spazi vuoti che la nostra epoca relativista ha cercato di riempire di vuoto materialismo che ha solo impoverito anime e cuori. Solo così potremmo mantenere viva la nostra tradizione e onoreremo chi finora l'ha custodita in silenzio; sarebbe un riconoscimento ai nostri avi che con profondo rispetto hanno salvato la memoria sacra delle nostre origini di cui dobbiamo andare fieri, una forma di gratitudine che potremmo concretizzare perpetuando con devozione quella stessa fede che ha guidato generazioni oltre ogni avversità.

La riconoscenza sarà incommensurabile e Emilio Del Bel Belluz lo ha compreso, ed è questo il motore che lo spinge a compiere questi atti verso il prossimo, nella speranza di ispirare lo stesso moto altruistico negli altri, così da dare continuità a questa iniziativa che con semplicità e spirito cristiano genera una gioia immensa, ben sapendo che con semplicità contribuiremo a salvare e tramandare la ricchezza culturale e religiosa della nostra comune storia.

Monia Pin

Ultimo aggiornamento: 25/04/2025 01:58