Editoriali

Usiamo la “Ripartenza” come strumento utile alla nostra analisi interiore

di Monia Pin

È indubbio che viviamo in un'epoca di profondi cambiamenti, un periodo così denso di mutazioni a livello politico, economico, sociale , culturale e spirituale. Questi ultimi aspetti, forse scarsamente considerati, influiscono non poco sui primi che ho citato e rappresentano i cardini della vita di ognuno, perché sono la base di partenza della nostra evoluzione. Essi influenzano le nostre capacità di valutare le situazioni che viviamo e le relative problematiche, ci permettono di elaborare soluzioni in quanto ci offrono la possibilità di vedere tutto in una più ampia e completa prospettiva.

La consapevolezza dell’eredità culturale e della nostra ricchezza spirituale ci permetterebbe di affrontare meglio le varie problematiche, riportandole nel giusto alveo di un confronto civile, così da poter maturare riflessioni, progetti, idee , permettendo uno scambio di opinioni e visioni che possano portare al benessere di tutti.

Inoltre la comprensione della nostra identità culturale è il un punto di partenza necessario per lo sviluppo di ogni essere umano nel suo complesso. Ogni persona infatti, essendo conscia della propria identità, potrà vivere all’interno della società come individuo attivo e non passivo, mettendo a frutto il proprio talento in ogni ambito lavorativo, sociale e culturale e quant’altro lo faccia sentire realizzato.

Una persona che fa dell’appartenenza alla comunità non solo una questione di diritti ma anche di doveri che passano attraverso la partecipazione al bene comune, alla possibilità di contribuire anche alla promozione del talento proprio e altrui ed alla salvaguardia del territorio in cui vive.

Questo può far sì che tutti possiamo crescere in un clima più sereno e costruttivo, donando alle nuove generazioni una base più solida sulla quale edificare il futuro, lasciando loro una speranza viva e fruttuosa per gli anni a venire. La cultura, oggi considerata erroneamente appannaggio di pochi , è in realtà un patrimonio da coltivare e condividere per il benessere e la crescita comune.

Essa nasce e si sviluppa dagli ambienti colti e raffinati dell’età classica per approdare nei cenacoli di artisti, filosofi, storici, matematici e molti altri ancora, arrivando poi in epoca più recente ad essere accessibile ad un numero sempre maggiore di persone, grazie all’alfabetismo e alla scolarizzazione che ha coinvolto tutti i ceti sociali. Ne è la prova la nascita anche nei piccoli centri urbani di circoli e associazioni culturali basati sul volontariato e la dedizione di persone che amano il proprio territorio e ne promuovono le eccellenze, anche attraverso eventi, manifestazioni, mostre che coinvolgono un sempre maggior numero di persone. Ma tracce di antichi saperi ed usanze provenienti da tempi più remoti sopravvivono anche nel folklore e nelle tradizioni popolari, in quel saggio e vecchio sapere dalle origini ancestrali, legato ai ritmi della terra, all’alternarsi delle stagioni, a tutte quelle regole non scritte ma impresse nella natura che regolano da sempre le vite di ogni essere umano e dell’ambiente circostante. Tutto questo è un patrimonio che non deve andare disperso, è la radice che fa di noi un popolo, e ci ricorda quanto i nostri avi, seppure vivessero in un contesto dove prevaleva la miseria e l'analfabetismo, riconoscessero il giusto valore alla tradizione , agli usi e ai costumi che delineano da sempre la peculiarità di una comunità e di un territorio. Proprio per questo dovremmo riconoscere loro l’immensa gratitudine per aver salvaguardato questo patrimonio, salvandolo dall’inesorabile scorrere del tempo.

C’era inoltre un gusto per la bellezza che andava di pari passo con l’armonia che si respirava nell’ambiente circostante e si coniugava ai ritmi della vita naturale, stimolando gli artisti a cogliere i dettagli di una sacralità profonda e misteriosa e che seppero rendere eterna, immortalandola fedelmente e con passione nelle loro opere immortali giunte fino ai giorni nostri. Tutto questo si conciliava con un intenso rapporto con il Divino, un legame profondo che spesso univa la spiritualità insita nelle persone con la fede maturata negli ambienti rurali e che è rimasta impressa un po’ ovunque, basti pensare agli innumerevoli capitelli, alle piccole edicole, ai sacelli e alle innumerevoli chiesette visibili in ogni angolo d’Italia. Talvolta questo rapporto con il sacro raggiungeva nei mistici il suo apice, donandoci squarci di luce nella ricerca della verità, un percorso non senza contrasti, tensioni ed emarginazioni da parte delle gerarchie ecclesiastiche dell’epoca. Ma questo meriterebbe un capitolo a parte.

Comunque qualsiasi forma d’arte rivela una connotazione che si rifà’ sia al mondo classico che ad una ispirazione prettamente cristiana, connotazione quest’ultima che molti sembrano voler ipocritamente rigettare, ma la cui influenza trapela ovunque, in qualsiasi forma. La religione cattolica ha forgiato nel bene e nel male la nostra Europa, consentendoci di poter ammirare ancora ora oggi capolavori inestimabili, che rivelano spesso l'intrinseco legame tra la natura dei nostri paesi e l'innata sensibilità artistica, capace di rivelarci messaggi di forte impatto emotivo, celando in simboli e dettagli quella nota di sacro che oggi difficilmente trova la giusta collocazione. E qui arriviamo all'ultimo aspetto che dovrebbe contraddistinguere la nostra evoluzione, la spiritualità. Spesso fraintesa con la religione, talvolta relegata lontano dalla vita quotidiana e bollata come inutile e superata, la spiritualità gioca un ruolo fondamentale nell'esistenza, aiutandoci a connetterci meglio con noi stessi, con il mondo naturale e con la realtà circostante. Non è solo prerogativa di mistici, religiosi e non richiede sforzi eccessivi o studi particolarmente approfonditi, ma solo la disponibilità ad affrontare, passo dopo passo, la scoperta (o meglio la riscoperta) di una consapevolezza da sempre latente in noi e spesso trascurata dai ritmi frenetici della vita quotidiana.

Richiede solo di lasciare spazio alla nostra sensibilità e all’empatia e questo lo sapevano bene i nostri artisti e quanti si applicavano alla ricerca scientifica e introspettiva, spesso senza avere alle spalle titoli di studio altisonanti , ma armati solo di una sana fame di conoscenza, una curiosità di apprendere ed un desiderio di sapere che travalicava ogni immaginazione e li portava verso traguardi insperati. Erano persone che facevano della loro vita un cammino e della ricerca il motivo della loro esistenza, formulando talvolta tesi al limite delle rigide leggi morali e religiose dell’epoca. Ed erano persone non solo laiche ma anche appartenenti alla Chiesa che senza timore dell’autorità non si esimevano dall’affermare concetti e teorie a rischio della loro stessa incolumità. E’ grazie a questa loro tenace volontà se abbiamo raggiunto progressi in ogni ambito, con l'intraprendenza ed il coraggio propri di chi ama sé stesso, il prossimo e la conoscenza, senza temere di affrontare temi controversi, giungendo talvolta ad addentrarsi nei misteri che da sempre sono il respiro profondo della nostra vera esistenza.

Ora invece viviamo in una società povera di concetti ed orfana di questo desiderio di scoperta, ostaggio di ristrettezze mentali e povertà d'animo che porta l'umanità nel baratro di una cecità di spirito. Inculcando nelle persone, e soprattutto nei giovani, la convinzione che tale nostro lato debba rimanere nascosto, se non rigettato, bollato come una perdita di tempo, nocivo alla produttività e nemico del consumismo. Le persone vivono così in uno stato di privazione di emozioni, una "morte" dello spirito che porta sempre più spesso a inevitabili tragedie. Eppure non ci vuole molto per arricchirci interiormente, basta riservare pochi minuti ad osservare la natura, leggere un buon libro, concedersi una passeggiata nel verde, ascoltare della buona musica, passare del tempo con le persone che amiamo, guardare con occhi diversi qualsiasi cosa vi circondi cogliendo il bello nella semplicità. Aprendo la mente si può azzardare di dar vita ad un’ispirazione come osavano fare un tempo, svincolandosi dal pensiero dominante che ci vorrebbe appiattiti su un’unica “convinzione”, su quel “pensiero unico” che ci priva della possibilità di esplorare noi stessi, scoprendo le nostre reali capacità e raggiungere ed offrire al prossimo valide alternative di crescita personale. Ma soprattutto dovremmo imparare e soprattutto insegnare ai più giovani a porci delle domande e ad avventurarci senza paura alla ricerca delle risposte, senza timore di fallire, ma con la caparbietà e l’entusiasmo di chi vuol sempre mettersi in gioco. Anche per il bene altrui.

Non lasciatevi ingannare dal relativismo di una falsa cultura materialistica, noi siamo ben altro e dobbiamo divenire migliori, lasciandoci conquistare dalla Bellezza e dall’Amore (non a caso con le lettere maiuscole). La spiritualità e la cultura come filo conduttore di un Risorgimento dell'umanità, contro la disfatta imminente di un sistema che ci ha resi poveri, sia economicamente che spiritualmente, ponendo l’egoismo e l’ignoranza davanti all’altruismo e alla conoscenza.

Forse questo mio scritto potrà sembrare utopistico e stravagante, ma prendetelo come un suggerimento. In fondo io come tutti non posseggo nessuna verità, anzi sono una principiante che ha solo la volontà di cercare ed ascoltare, la curiosità per imparare, il desiderio di scoprire e la gioia di essere grata per tutto.

Nostri pensieri porteranno a quel cambiamento auspicato, permettendoci di essere persone con le proprie idee, emozioni, azioni, e sogni e non più meri personaggi manipolati ed usati. Perché noi siamo tutti protagonisti e come tali dovremmo iniziare a riconoscere i nostri ruoli con doveri e responsabilità, prima dei diritti, riconoscendo prima di tutto la sacralità della vita e l'amore per la verità e traendo da tutto ciò la forza di attuare quel cambiamento che tutti auspicano.

È un lungo cammino, ma è un'opportunità che non possiamo lasciarci sfuggire ed i tempi forse sono maturi. Basta fare il primo passo e non lasciarci confondere, la nostra esistenza inizierà ad acquisire il valore che merita, inducendo gli altri a fare altrettanto ed innescando così un circolo positivo verso una rinascita comune che trarrà dalla speranza la forza di procedere senza esitazione. Sarà come se ognuno avesse acceso un lume lungo un nuovo sentiero che porterà ad una prosperità materiale e spirituale per tutti, illuminando il cuore e l’anima di ognuno di noi.
Per una nuova rinascita.

Monia Pin

Ultimo aggiornamento: 03/05/2024 14:22