Economia, Veneto

Verso la IV Fieragricola Tech, Veronafiere, 29-30 gennaio 2025.

di Pierantonio Braggio

VERONA - “ Fra maggio e ottobre il prezzo del latte in Italia e in Ue dovrebbe mantenersi sostenuto e in leggero aumento, grazie a una domanda mondiale vivace, in particolare, per quanto riguarda formaggi (vero e proprio core business del Made in Italy lattiero caseario e dell’Unione europea), burro e pane.

Lo prevede l’Osservatorio di Clal.it, punto di riferimento per il comparto lattiero caseario e partner dI Fieragricola di Verona – per i giorni 29 e 30 gennaio 2025. in programma la quarta edizione di Fieragricola Tech, Expo-conference, dedicata a digitalizzazione in agricoltura, robotica, smart irrigation, energie rinnovabili, biostimolanti e sistemi di biocontrollo), che ha analizzato i trend del settore, in un incontro dedicato al settore dairy, alle commodity (mais e soia), all’energia (elettricità, gas e petrolio) e ai cambiamenti climatici.

Sul fronte dei prezzi, nel settore lattiero caseario, in particolare, per l’Italia – con valori del latte alla stalla intorno ai 51,50 €/100 kg,nella fase attuale (circa 5 centesimi rispetto alla media europea, grazie alle performance dei formaggi Dop, in particolare il Grana Padano, che garantisce in questa fase remunerazioni superiori ai 63 euro/100 kg) – lo scenario può definirsi mediamente positivo, anche in chiave di remunerazione delle aziende zootecniche.

Questo, a seguito di costi della razione alimentare in parte in flessione («con i prezzi della soia e della farina di soia, che dovrebbero diminuire nei prossimi mesi, mentre i listini del mais, potrebbero segnare una tendenza rialzista», afferma Ester Venturelli di Clal) e di un mercato positivo del
Grana Padano, anche in chiave di export (+22,67% le esportazioni di Grana Padano e Parmigiano Reggiano nei primi due mesi del 2024).

Per l’export di formaggi italiani, in particolare, la crescita delle vendite in volume è stata costante dagli anni Novanta, con un’accelerazione del 67% fra il 2023 e il 2015, anno in cui è stato abolito il regime delle quote latte, rileva Clal. Anche in Ue-27 l’export di formaggi vola: +6,6% nei primi due mesi dell’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023. Ma, «Restano le incognite legate all’andamento energetico, fortemente connesse allo scenario geopolitico, tuttora instabile a causa della guerra in Ucraina, delle tensioni in Medio Oriente e nello stretto di Hormuz ein proiezione futura, al possibile ricorso ai dazi, come misura protezionistica, elemento che
potrebbe complicare l’export agroalimentare», dichiara Alberto Lancellotti, analista di Clal.

Un altro elemento, che potrebbe complicare, il quadro, in fatto di latte, sono i cambiamenti climatici. In alcune aree del pianeta, infatti, le consegne di latte potrebbero rallentare a causa dell’eccesso diprecipitazioni (Nord Europa, Paesi Bassi, Irlanda, Regno Unito, Uruguay e Argentina) o per effetto della siccità (Sicilia, Sardegna, Spagna), influenzando allo stesso tempo le produzioni agricole. Secondo le elaborazioni di Clal, le produzioni di latte dei principali Paesi esportatori a livello mondiale (Ue-27, Argentina, Australia, Bielorussia, Cile, Nuova Zelanda, Uruguay, Usa) «dovrebbero leggermente aumentare dello 0,39% nel periodo compreso fra aprile e settembre 2024, con una crescita superiore in Unione europea, nell’ordine del +0,44%, trascinata nel Vecchio Continente da Francia, Germania, Polonia, ma anche Italia», prevede Mirco De Vincenzi di Clal.

Quanto alla produzione italiana, se si può parlare, dunque, di segnali positivi per gli oltre 22.600 allevamenti da latte italiani, con una mandria di 2,62 milioni di capi (il 43% dei quali allevati in Lombardia; fonte: Anagrafe Nazionale Zootecnica, dicembre 2023), la nuova geografia delle produzioni, che si sta delineando, sulla Penisol, potrebbe avere effetti in parte
destabilizzanti sul mercato del latte spot (il latte in cisterna venduto con contratti di conferimento non superiori ai tre mesi). Se fra gennaio e febbraio di quest’anno le consegne di latte in Italia sono salite dello 0,7% a 2.193.505 tonnellate, il Nord ha segnato un’accelerazione dell’1,6% (con una produzione di 1.921.885 tonnellate), mentre il Centro e il Sud-Isole hanno perso rispettivamente il -4,8% e il -4,7% tendenziale.

«In termini ​concreti significa che al Centro-Sud mancano circa 50 cisterne di latte alla settimana rispetto alla domanda 2023, che vengono acquistate dal Nord Italia, innescando rialzi sul mercato del latte spot». Lo conferma il balzo (+6,32%) segnato in Borsa merci a Verona – riferimento su scala nazionale – dal latte spot, lo scorso 20 maggio rispetto alla quotazione
della settimana precedente, che ha raggiunto i 50,50 €/100 chilogrammi”. Importante, avere una visione completa delle produzioni del mondo agricolo, in vista della prossima IV Fieragricola Tech, Veronafiere, 29-30 gennaio 2025, per raggiungere la stessa, con quel bagaglio di dati, che permette di meglio poter trattare i diversi temi e meglio comprenderli,
durante i vari contatti, che, in fiera, si potranno avere.

Importante, comunque, che i produttori, in questo caso, di latte, possano godere di una corretta remunerazione.

Pierantonio Braggio

Ultimo aggiornamento: 26/07/2024 18:00