Passeggiando per le maestose sale della villa, sono stata attratta da un dipinto ricco di dettagli simbolici. Desiderosa di saperne di più, mi sono rivolta al personale della villa, che si è dimostrato estremamente disponibile nell’aiutarmi a ottenere informazioni, scoprendo che il dipinto è una celebrazione della tradizione e della storia friulana. Ho poi contattato la dottoressa Alina Fabbro, esperta d’arte, che ha confermato la centralità dell’opera nel contesto storico e culturale del territorio.
La tela, realizzata da Secante Secant, rappresenta il Luogotenente Bertuccio Contarini in veste rossa, circondato da una composizione allegorica e simbolica. Spiccano san Domenico con il giglio in mano, san Marco intento a scrivere il Vangelo accanto al leone, e le figure allegoriche della Sapienza, della Fede e della Giustizia, le ultime due a seno scoperto. Sovrastando la scena, l’Eterno Padre è circondato da angioletti, mentre la Fama alata, con un piumaggio di pavone, tiene una palma e suona la tromba. Sullo sfondo, un paesaggio friulano si apre con vedute riconoscibili come il Castello di Udine e il Castello di Magnano in Riviera.
A colpirmi non è stata solo la complessità tecnica del dipinto, ma anche il suo significato profondo. Il connubio tra elementi allegorici, simboli religiosi e rappresentazioni della storia locale crea una narrazione potente, che invita lo spettatore a riflettere sul passato e sul legame con il presente. Il dialogo tra il sacro e il profano, tra le virtù e la storia, rende quest’opera un vero gioiello artistico che parla al cuore e all’intelletto.
LA MOSTRA "TERZA TERRA" CON LE OPERE DI PISTOLETTO
Durante la visita, ho avuto anche l’opportunità di esplorare la mostra "Terza Terra", un evento espositivo di grande rilievo che celebra la trasformazione etica e sociale attraverso l’arte. Aperta dal 26 maggio 2024 al 6 gennaio 2025, ha ospitato alcune delle opere più emblematiche di Michelangelo Pistoletto, uno dei maestri indiscussi dell’arte contemporanea. Tra queste, i celebri Quadri specchianti, la provocatoria Venere degli stracci, la Sfera di giornali e il Metro cubo d’infinito.
La particolarità di questa esposizione è il dialogo che si instaura tra le opere di Pistoletto e le creazioni di artisti locali, italiani e internazionali, invitati a riflettere sulle tematiche di trasformazione sociale ed etica che caratterizzano il lavoro del maestro. L’eterogeneità degli approcci e delle sensibilità artistiche rende il percorso espositivo stimolante e carico di significati, offrendo al visitatore uno spazio di confronto e riflessione sul futuro della nostra società.
LA VILLA
Villa Manin si conferma un luogo dove passato e presente convivono armoniosamente. Da un lato racconta storie di un’epoca ormai lontana, con le sue opere d’arte e la figura dell’ultimo doge, dall’altro, attraverso mostre come "Terza Terra", si apre a nuovi linguaggi e prospettive.
Una visita a Villa Manin che consiglio vivamente a chiunque desideri immergersi nella bellezza dell’arte e nella profondità della storia.