Dal 6 all’11 maggio: decine di incontri, tra dibattiti, musica, teatro e mostre in diversi luoghi della città
VITTORIO VENETO (TV) – L’amministrazione comunale di Vittorio Veneto ha presentato oggi alla stampa la prima edizione di Works, il festival dedicato al tema del lavoro promosso dalla Città di Vittorio Veneto che si terrà dal 6 all’11 maggio 2025 in diversi luoghi della città, da nord e sud: dal Palafenderl, all’Aula Civica del Museo della Battaglia, dalle aule magne delle scuole fino al multisale Verdi e al teatro Da Ponte.
Works è un evento multidisciplinare, aperto a diverse materie scientifico-sociali e con numerose espressioni artistiche, dalla musica, al teatro, fino alla fotografia: il sottotitolo della prima edizione è Fondati sul Lavoro, con un esplicito riferimento all’articolo 1 della nostra Costituzione.
Il programma prevede numerose occasioni di incontro, tra il 6 e l’11 maggio, tutti a ingresso gratuito, compresi i concerti, i film e gli spettacoli teatrali: si consiglia la prenotazione tramite il sito www.worksfestival.it.
IL PROGRAMMA
Si apre sabato 3 maggio, con un’anteprima culturale: alle ore 10.30 verrà inaugurata la mostra fotografica “Mondo Fabbrica” a cura di Arcangelo Piai, che sarà visitabile gratuitamente presso la Torre dell’Orologio di Serravalle fino all’11 maggio.
La mostra Mondo Fabbrica, ideata da Metalmont – main sponsor del festival- rappresenta un viaggio visivo nel mondo dell’industria e del lavoro attraverso le fotografie di Arcangelo Piai. Un’esplorazione che intreccia dimensione umana e tecnica della produzione industriale, mettendo in risalto le persone, i gesti e le architetture che compongono questo universo produttivo. Durante l'evento verrà presentata la monografia Work37, un volume che raccoglie immagini e riflessioni sul mondo della fabbrica, offrendo una chiave di lettura approfondita della mostra. Mondo Fabbrica vuole essere più di una mostra: un’occasione per raccontare il legame tra industria, territorio e cultura, attraverso la forza espressiva della fotografia.
“Mondo Fabbrica” sarà aperta domenica 4, domenica 11 e domenica 18 maggio dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18; giovedì 8 e 15, venerdì 9 e 16 maggio dalle 14 alle 17.30; sabato 10 e 17 maggio dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 18.
Martedì 6 maggio, alle ore 20.30, iniziano i primi incontri dedicati al tema del lavoro: presso l’Aula Civica del Museo della Battaglia, la prof. Anna Marson dello IUAV di Venezia tratterà il tema “Come il lavoro ha trasformato Vittorio Veneto e prospettive per l’oggi”.
Vittorio Veneto è un caso esemplare di quel Veneto pedemontano i cui caratteri rurali sono da secoli strettamente intrecciati alle attività manifatturiere, sviluppatesi anche grazie all’abbondante disponibilità d’acqua e all’energia da questa prodotta. Qui la produzione artigianale, industriale e agricola è tuttavia, in modo specifico, strettamente intrecciata allo scambio di merci, alla contaminazione di culture, all’attrazione di imprenditori. Le trasformazioni urbanistiche, legate all’evoluzione delle forme di produzione, e le relative permanenze, ne costituiscono una testimonianza rilevante: dagli opifici proto-industriali, alle industrie del XX secolo, a una fase odierna più complessa. Queste permanenze e trasformazioni saranno oggetto di riflessione per concorrere a delineare gli scenari della produzione e del lavoro su questo territorio.
Mercoledì 7 maggio, alle ore 20.30, il Museo del Baco da Seta ospiterà l’incontro “Chi sono le filatrici oggi?” a cura di Elisa Bellato - antropologa e museologa, docente all’Accademia delle Belle Arti di Venezia - e Tania Toffanin - sociologa del lavoro del CNR.
Le due studiose si confrontano sul lavoro femminile per interrogarsi sulle radici culturali delle disuguaglianze e sulla loro persistenza nel presente. Elisa Bellato, antropologa e museologa, ci accompagna in un viaggio nella quotidianità delle filande tra Ottocento e Novecento. Il lavoro femminile nella produzione della seta viene letto come un “fatto sociale totale”, capace di rivelare modelli educativi, logiche economiche e relazioni familiari in un contesto rurale in profondo cambiamento. Chi erano le giovani donne che varcavano la soglia delle filande? Quali sogni, quali condizioni di vita e quale valore aveva per loro quel salario, seppur modesto? In un’epoca segnata dall’autoconsumo e dalla dipendenza familiare, il lavoro retribuito costituiva un cambiamento di status e, in alcuni casi, una forma di emancipazione. Un racconto fatto anche di resistenza silenziosa, di complicità tra ragazze, e di memorie che ancora oggi parlano di speranza. Tania Toffanin, sociologa del lavoro e ricercatrice del CNR, proporrà una rilettura del mercato del lavoro in un’ottica di genere, analizzando i percorsi di segregazione occupazionale e i divari di genere in prospettiva diacronica.
Giovedì 8 maggio, alle ore 10.00 presso l’aula magna della scuola secondaria di primo grado Lorenzo Da Ponte, si terrà un incontro dedicato agli studenti, dal titolo “La prima cosa fu l’odore del ferro” a cura di Sonia Maria Luce Possentini, pittrice e illustratrice, con proiezioni di tavole, taccuini e schizzi.
Sonia Maria Luce Possentini ha lavorato per qualche anno in una fonderia, un luogo che «si nutre di ferro e di corpi», in cui l’odore del ferro è mescolato talmente tanto con l’aria che subito diventa respiro. Sonia racconta in prima persona quella esperienza, e la nostra meraviglia è di scoprirla anche sensibile scrittrice. In un posto dove il ferro ti rimane attaccato al corpo come un tatuaggio, lei cerca comunque la bellezza, «scintille di ferro come stelle dentro la polvere». Disegnare è un mezzo per scovarla, quella bellezza. Sonia ci accompagna, con una scrittura poetica e con immagini tra pittura e graphic novel, attraverso il percorso delle sue giornate, e trasforma quei momenti in uno straordinario racconto, non più privato, ma condiviso. Otto ore di lavoro, cinque giorni alla settimana, due ore di macchina andata e ritorno nei larghi orizzonti emiliani. Un giorno arriva un cane. E accade qualcosa di magico.
Venerdì 9 maggio, alle ore 9.30, Confindustria Veneto Est parlerà agli studenti e studentesse delle scuole secondarie di secondo grado con un incontro dal titolo “Prepararsi al lavoro: competenze e opportunità” presso Palafenderl.
I nuovi lavori sono definiti ibridi perché sono caratterizzati da un mix di competenze e di capacità di interazione e integrazione con diversi contesti professionali. Per lavorare in ambienti complessi e in continuo cambiamento, quali sono le Imprese, è necessario possedere competenze tecniche/professionali specifiche di un determinato profilo, competenze digitali e competenze trasversali. Poiché il mondo del lavoro evolve rapidamente, per affrontarne le sfide attuali e future è quindi fondamentale prepararsi e acquisire anche competenze trasversali: collaborazione, problem solving, comunicazione, gestione del tempo e adattabilità. L’incontro offrirà a Studenti e Studentesse una esperienza coinvolgente e stimolante per riflettere sul proprio futuro attraverso un format interattivo: un gioco-quiz per esplorare in modo dinamico il valore delle soft skills e il loro impatto nel lavoro; una occasione per conoscere Aziende del territorio, le opportunità professionali a loro disposizione e le competenze che ricercano. Una esperienza istruttiva e divertente per orientarsi ad un futuro formativo e lavorativo responsabile e ricco di opportunità.
Alle ore 11.00, sempre al Palafenderl, gli studenti assisteranno all’incontro dal titolo “A cosa serve il sindacato?” con Alberto Irone, segretario provinciale FILCAMS-CGIL e Francesco Orrù, segretario provinciale CISL TV-BL .
Cos’è un diritto? Come nascono i diritti? Chi tutela i diritti? Una breve lezione (NON paternalista) sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Lavoro, diritti e rappresentanza. Cosa significa e come partecipare davvero alle scelte che ci riguardano in materia di lavoro? Come nasce e come si esercita la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici? Che cosa sono i diritti dei lavoratori e perché esistono? Conoscerli è il primo passo per difenderli, e la partecipazione è la chiave per costruire un futuro più giusto per tutti. In collaborazione con Filcams-CGIL e CISL.
Sempre venerdì 9 maggio, alle ore 15.00, l’aula magna della Biblioteca Civica ospiterà l’incontro “Professione pensionato” con Jones De Luca, analista, in collaborazione con Università per la Formazione Continua “Ippolito Pinto”
Nella vita di ogni individuo ci sono momenti in cui c’è una riorganizzazione del proprio modo di essere e del proprio modo di stare con gli altri. Questi momenti sono ad esempio la riorganizzazione della fine della prima infanzia, con il cambiamento rispetto alla considerazione e al rapporto con i genitori, la rivoluzione dell’adolescenza con l’emergere più deciso di un sé autonomo, il diventare madre o padre, con l’assunzione della responsabilità di un altro essere umano e ultimo la chiusura della propria attività lavorativa con la ridefinizione del proprio ruolo nel mondo. Quando la fase lavorativa arriva alla sua conclusione una rete di relazioni e riconoscimenti dipendenti dall’ambiente di lavoro viene a mancare. La domanda -chi sei e cosa fai? rischia di trovare una risposta solo nel passato. So chi ero e cosa facevo… Come ritrovare sé stessi quando si cambia e quando quelli che ci riconoscevano e sapevano “chi siamo” sono rimasti in un luogo, come quello del lavoro da cui siamo partiti? La riorganizzazione dopo il periodo lavorativo si dice dipenda dalla capacità di accettare il cambiamento e le perdite, ma le risorse da mobilitare per una fase della vita così particolare, possono avere caratteristiche tra le più varie. Si intuisce che, come per il corpo, se ci si arriva “in forma”, anche per la mente è più facile, ma che significa per la mente? Cosa abbiamo bisogno di avere in valigia per questo pezzo di strada? Dopo che avremo pregato i minori di anni 50 di uscire dalla sala, tenteremo di rispondere a queste domande difficili.
Alle ore 17.30, Francesca Coin, scrittrice, sociologa e docente universitaria tratterà il tema “Lavorare, lavorare e ancora lavorare? Cosa chiediamo dal lavoro” presso la Sala Alpini di Nove, San Floriano.
Dopo la pandemia, il lavoro è tornato al centro del dibattito pubblico. In una fase storica segnata dalla delocalizzazione di interi settori produttivi, in primo luogo l’automotive e la moda, e dallo smantellamento dei servizi di welfare, i luoghi di lavoro sono segnati in modo sempre più evidente dall'insoddisfazione. Se da un lato questo ha aumentato le dimissioni volontarie, dall’altro ha acuito una tendenza viscerale, fatta di ordini, minacce, aggressioni, gaslighting, licenziamenti, vessazione. Cosa significa lavorare oggi e cosa bisognerebbe cambiare nel lavoro contemporaneo?
Alle ore 20.30, presso il Palafenderl, spazio alla musica con il concerto gratuito del collettivo musicale Lastanzadigreta, che si esibirà nello spettacolo “Canzoni d’amore e di contributi” che constata come – negli anni del precariato e del lavoro interinale – la più grande prova d’amore sia pagare i contributi per il proprio compagno o la propria compagna di vita.
Si può, oggi, cantare ancora di lavoro? Si può raccontare in musica la vita quotidiana dei lavoratori e delle lavoratrici – dunque, di tutti noi – senza ricadere nei cliché della vecchia canzone politica? Si può parlare d’amore parlando di lavoro, e viceversa? È questo il filo conduttore dello spettacolo Canzoni d’amore e di contributi. Un itinerario fra brani vecchi e nuovi, composti dal gruppo torinese o ripescati dal repertorio di altri. Un flusso di parole e musica che passa dal Calvino di «Canzone triste» (tratto dal racconto «L’avventura di due sposi») alle macchine inutili di Bruno Munari, dall’apocalittico Luciano Bianciardi de La vita agra al Lucio Dalla di «L’auto targata TO». Fra un brano e l’altro affiorano, come coscienza di un tempo trascorso più che mai presente, le voci ritrovate dei lavoratori e delle lavoratrici del passato, ripescate da vecchi dischi e nastri magnetici. Fino ai brani nuovi, composti da Lastanzadigreta per i dischi Creature selvagge (Targa Tenco 2017) e Macchine inutili.
Sabato 10 maggio è caratterizzata da un ricco cartellone di proposte, in due luoghi che vedranno alternarsi illustri relatori su grandi temi.
Partendo dal Palafenderl, alle 9.30 si terrà il confronto sul tema “Economie di Comunità” con Denis Cagnin, responsabile del settore produzione e servizi Legacoop Veneto; Massimo Ciacchi, presidente Cooperativa Terra Fertile; Stefano Zanette, presidente Cantina Vittorio Veneto-Conegliano-Casarsa e consigliere Confcooperative Belluno Treviso, in collaborazione con Legacoop e Confcooperative Belluno Treviso
Massimo Ciacchi, presidente della Cooperativa Terra Fertile, interverrà sul tema delle Economie di Comunità, modelli economici fondati sulla cooperazione, la condivisione e il rafforzamento dei legami tra i membri della Comunità. Si tratta di economie orientate al benessere collettivo, capaci di generare valore sociale e promuovere relazioni solidali, mettendo al centro la persona e il territorio. Nel suo intervento verranno approfondite le caratteristiche principali di queste economie: dalla sostenibilità – economica, sociale e ambientale – alla promozione dello sviluppo locale, attraverso il sostegno alle produzioni e ai consumi legati al territorio. Si parlerà anche di inclusione sociale e lavorativa per le fasce più fragili della popolazione e del ruolo centrale del mutualismo, che si realizza nel lavoro di rete tra persone e organizzazioni. Un esempio concreto è il Tavolo sull’Abitare promosso dal Comune di Vittorio Veneto, a cui partecipano Confartigianato, Sindacati e rappresentanti della Rete sul Welfare di Comunità Vittoriese. In questo contesto si inserisce il concetto di “neo-mutualismo” elaborato da Flaviano Zandonai, che si articola in mutuo riconoscimento, mutuo sostegno e mutuo beneficio: tre dimensioni che favoriscono la coesione sociale e l’inclusione delle diversità. Saranno infine presentate alcune esperienze significative di nuove Economie di Comunità, tra cui le Cooperative Sociali, le Imprese Sociali, le Reti di Impresa e i Gruppi di Acquisto di prodotti locali.
Denis Cagnin, di Legacoop Veneto, parlerà di workers buyout, che in Veneto si è accreditato come vero e proprio strumento efficace di politica industriale e, al contempo, di politica attiva per il lavoro, che da un lato stimola la partecipazione dei lavoratori e dall’altro contribuisce a salvaguardare pezzi significativi di economia, know how e occupazione. Si tratta di un modello che si è evoluto nel corso del tempo, conservando precisi tratti distintivi e punti di forza che ne hanno fatto un’eccellenza: la codificazione di un percorso nelle sue complesse tappe (anche burocratiche e procedurali), la costruzione della rete dei partner a sostegno dei lavoratori e della start-up cooperativa (in primis i sindacati, insieme a sistema cooperativo, istituzioni, attori bancari-assicurativi e finanziari), infine la sperimentazione sul campo dell’efficacia e della validità dello strumento come risposta alla crisi in chiave imprenditoriale, capace cioè di spingersi oltre l’uso tradizionale degli ammortizzatori sociali.
Il percorso parte da un’attenta analisi della fattibilità e della sostenibilità economica dell’intera operazione (compresa la definizione delle competenze necessarie e la valutazione della tenuta dei mercati di riferimento), poi l’elaborazione di un piano strategico di riconversione in cooperativa e la costruzione del rapporto con gli strumenti finanziari cooperativi e con le banche, infine la predisposizione del business plan e l’avvio dell’impresa cooperativa. Il workers buy out, inoltre, rappresenta una soluzione efficace per affrontare il problema del mancato passaggio generazionale nelle imprese, specialmente nelle PMI. Questo modello consente ai lavoratori di acquisire e gestire l’azienda quando il titolare non trova successori interni o esterni adeguati.
Stefano Zanette, presidente della Cantina Vittorio Veneto-Conegliano-Casarsa e Consigliere di Confcooperative Belluno Treviso, ci parlerà del modello cooperativo, che non è solo un sistema economico, ma una visione di sviluppo che mette al centro le persone, il territorio e la sostenibilità. Le cooperative dell’agroalimentare non si limitano unicamente a produrre, ma costruiscono comunità, creano opportunità e garantiscono continuità economica per le aziende socie e le loro famiglie, preservando un sapere che si tramanda da generazioni.
Nelle provincie di Belluno e Treviso, le cooperative del comparto agroalimentare rappresentano 1,39 miliardi di fatturato, quasi 12 mila soci conferitori e 1.500 addetti. In un mercato sempre più competitivo, fare rete e rafforzarsi come sistema è fondamentale per dare stabilità alla filiera, valorizzare il territorio e mantenere alta la qualità dei prodotti. La cooperazione consente di coniugare dimensione ed efficienza senza perdere autenticità, di durare nel tempo e di generare valore per le generazioni future, permettendo ai viticoltori di affrontare le sfide con strumenti adeguati e prospettive di crescita sostenibile.
A seguire, alle ore 11.30, sempre al Palafenderl, Alberto Mattei, presidente Associazione Nomadi Digitali e Ivana Pais, professoressa ordinaria di sociologia economica, Università Cattolica del Sacro Cuore, tratteranno il tema del “Nomadismo digitale e piattaforme del lavoro: nuove opportunità”.
Il nomadismo digitale e il lavoro da remoto non sono semplici tendenze, ma opportunità straordinarie per ridare vita ai territori dimenticati delle aree rurali e interne d’Italia. Durante l’intervento di Alberto Mattei, Presidente dell’Associazione Italiana Nomadi Digitali, esploreremo come questi nuovi stili di vita e di lavoro possano trasformare luoghi marginalizzati in vivaci comunità di innovatori, creando insediamenti moderni, sostenibili e perfettamente integrati con il territorio e le comunità locali. Un’occasione per riscoprire luoghi autentici e contribuire alla loro rinascita, unendo qualità della vita, lavoro e connessione globale.
Negli ultimi anni, le piattaforme digitali dedicate al mondo del lavoro hanno assunto un ruolo centrale, facilitando l’incontro tra domanda e offerta e regolando nuove modalità di impiego in diversi settori. Se inizialmente si sono diffuse nel food delivery e nel trasporto passeggeri, oggi stanno trasformando anche ambiti come la cura alla persona e i servizi sanitari online. Ivana Pais, Professoressa ordinaria di Sociologia economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, analizzerà il funzionamento di queste piattaforme, con particolare attenzione a quelle che operano nella ricerca e gestione di baby sitter, assistenti familiari e collaboratori domestici, così come nei servizi medici e di psicoterapia online. L’obiettivo sarà comprendere il loro impatto sulle condizioni lavorative, sulle dinamiche del mercato e sull’accesso ai servizi da parte degli utenti. Un incontro per esplorare come il digitale possa ridefinire il futuro dell’occupazione e contribuire alla rigenerazione dei territori.
Nel pomeriggio del 10 maggio, alle ore 15.00, sempre al Palafenderl, Paola Imperatore, ricercatrice nel dipartimento di scienze politiche, Università di Pisa e Gabriela Julio Medel, assegnista di ricerca, Università di Padova, affronteranno il tema “I conflitti locali, il lavoro e l’ambiente”.
La transizione ecologica e la trasformazione digitale stanno ridefinendo il mondo del lavoro, spesso più in funzione delle logiche di mercato che delle reali necessità collettive. Questo incontro esplorerà le tensioni tra sostenibilità, digitalizzazione e diritti dei lavoratori attraverso due prospettive complementari. Paola Imperatore, Ricercatrice presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, analizzerà il conflitto tra ambiente e lavoro nell’era della crisi climatica.
Se la transizione ecologica è stata presentata come una via d’uscita dalla dipendenza dalle fonti fossili, le attuali politiche climatiche stanno generando nuovi contrasti sociali – dalle proteste dei trattori ai Gilet Jaune, fino alle lotte operaie come quella del Collettivo di Fabbrica GKN. Questo intervento rifletterà sul ruolo del lavoro e sulla sua funzione sociale, mettendo in dialogo l’eredità dell’ecologia operaia nata negli anni ’70 con le mobilitazioni contemporanee. L’obiettivo è evidenziare la dimensione di classe nella crisi climatica e discutere come una transizione ecologica possa nascere dal basso, rispondendo ai bisogni della collettività senza ricadere sulle spalle dei lavoratori. Gabriela Julio Medel, Assegnista di ricerca presso l’Università di Padova, approfondirà il caso della filiera dell’automotive, un settore in crisi strutturale sotto la spinta dell’elettrificazione e della digitalizzazione.
Il bando UE ai veicoli a combustione interna, le tensioni geopolitiche e la concorrenza cinese stanno accelerando una crisi di sovrapproduzione che colpisce duramente produttori e fornitori. Questo intervento sosterrà che la cosiddetta transizione "verde" dell’industria automobilistica non sia una risposta alla crisi climatica, ma piuttosto una strategia per ripristinare i profitti, secondo le dinamiche del capitalismo. Ispirandosi alla teoria di Beverly Silver, verrà introdotto il concetto di labour fix per descrivere come le imprese riorganizzano e segmentano la forza lavoro per adattarsi alle trasformazioni del settore. Attraverso una ricerca qualitativa condotta in Italia e Polonia, verranno illustrate le diverse risposte di lavoratori e sindacati, che spaziano dalla resistenza collettiva e dagli scioperi all’accettazione della precarizzazione e al turnover individuale.
Alle 17.00, grande attesa per lo spettacolo “Ho sempre fatto così. La Salute e sicurezza come non l’avete mai vista né sentita” dei Papu, attori, formatori e ideatori di Safety Comedy, in collaborazione con ANMIL Vittorio Veneto.
Forti di una solida formazione Teatrale, Andrea & Ramiro, applicando le tecniche della Commedia alla Salute e Sicurezza sul Lavoro, alternano dati Inail a battute ad effetto, situazioni verosimili ad altre surreali e momenti didattici a scene dissacranti, senza mai risultare superficiali né offensivi. Una modalità innovativa, divertente ed efficace per contribuire alla maturazione di una reale cultura della Sicurezza da parte degli auditori.
Parallelamente, sabato 10 maggio, presso l’Aula Civica del Museo della Battaglia, si susseguiranno diversi incontri per tutta la giornata. Si inizia alle ore 9.30, con l’incontro tema “Welfare e lavoro autonomo” di Alessandro Conte, presidente EBAV e Andrea Trombin, direttore Edilcassa Veneto, in collaborazione con Confartigianato Vittorio Veneto e CNA Vittorio Veneto
Seguirà poi alle ore 11.30 l’incontro sul tema “Intelligenza Artificiale e prospettive occupazionali” con Valter Fraccaro, Presidente Fondazione SAIHub ETS.
Le previsioni catastrofiste riguardo l’impatto occupazionale dell’AI sono sbagliate, come lo sono state per ogni altra innovazione. Il vero problema riguarda il concetto di dignità della persona, che ha a che fare con il rapporto tra scienza ed economia, richiamando la politica a un ruolo fondamentale di equilibrio tra queste due forze - un ruolo che, tuttavia, sembra essere ignorato dai politici attuali. Inoltre, con la scomparsa delle attività di fabbricazione, quali potrebbero essere le nuove modalità sociali legate alla remunerazione del lavoro? Tre ipotesi a confronto.
Alle ore 15.00, Paolo Gubitta, professore ordinario in economia all’Università di Padova, in collaborazione con Ascom Confcommercio Vittorio Veneto, affronterà il tema “Microimprese familiari e il futuro del lavoro”.
Segue alle ore 17.00 l’incontro dal titolo “Grandi appalti, grandi precari” con Devi Sacchetto, professore ordinario di sociologia economica dell’Università di Padova, e Francesco Maino, scrittore e avvocato.
La forte espansione del sistema degli appalti a livello globale ha conseguenze significative su diverse dimensioni: le tipologie di contratti, le condizioni di lavoro, la rappresentanza sindacale e la composizione della manodopera. A partire da alcuni casi studio italiani ed europei, la relazione di Devi Sacchetto sottolinea come il sistema degli appalti costituisca lo strumento principale dei processi di riorganizzazione produttiva con ripercussioni sull’intensificazione del lavoro, sui livelli salariali, sulle relazioni lavorative nonché sull’applicazione di nuove modalità di controllo. Queste conseguenze sono spesso favorite dall’indebolimento delle condizioni contrattuali e occupazionali nonché dal diradamento dei processi di solidarietà e della rappresentanza collettiva. Accanto a questa analisi, Francesco Maino – avvocato immigrazionista e scrittore – porta uno sguardo giuridico e umano su lavoro e diritti, raccontando la sua esperienza tra permessi di soggiorno, integrazione, cittadinanza della dignità, della libertà.
L’intenso programma di sabato 10 maggio si chiude al Multisala Verdi, alle 21.00, con la proiezione del film “Palazzina LAF” (regia di Michele Riondino, Italia, 2023), a margine del film interviene Nicola Quondamatteo, assegnista di ricerca in sociologia dell’Università di Padova.
Domenica 11 maggio, nuovo denso calendario in diverse location.
Presso l’Aula Civica del Museo della Battaglia, alle ore 9.30, “Storia e analisi del concetto di lavoro: alcuni spunti e qualche considerazione” con Luigi Perissinotto, professore emerito di filosofia del linguaggio, Università Cà Foscari.
L’incontro propone una riflessione sul concetto di lavoro attraverso tre temi chiave, senza alcuna pretesa di esaustività, ma con l’obiettivo di offrire spunti di analisi e approfondimento. Si partirà da una panoramica sulle principali tappe della riflessione filosofica sul lavoro, ripercorrendone l’evoluzione dall’antichità fino all’età contemporanea. Successivamente, si esamineranno le diverse interpretazioni del rapporto tra lavoro manuale e attività intellettuale, analizzando come questo dualismo sia stato inteso e valutato nel corso della storia. Infine, verranno esplorate le molteplici e spesso contrastanti concezioni del legame tra lavoro ed esistenza umana, a partire dal pensiero di Hegel e delle correnti filosofiche successive.
Segue alle ore 11.00 “Lavorare la terra fra sfruttamento ed agroecologia” con Martina Lo Cascio, sociologa presso l’Università di Palermo, e Valeria Piro, sociologa presso l’Università di Padova.
Parliamo di produzione di cibo, lavoro e il nostro ruolo di cittadini, consumatrici, attivisti in un contesto che è quello dell’agro-alimentare italiano caratterizzato negli ultimi trent’anni visto delle trasformazioni radicali che ci hanno chiamato in causa in quanto consumatrici, attivisti o cittadini. Le principali trasformazioni dagli anni anni ’80 in poi sono quattro: la prima riguarda la scomparsa delle aziende in particolare nelle aree interne o montane e la crescita della superficie delle aziende che invece restano sul mercato e quindi assistiamo ad un processo di concentrazione della terra; la seconda riguarda da un punto di vista marco il lavoro salariato che se da un lato diminuisce in assoluto aumenta però la presenza in questo segmento del mercato dei migranti; la terza riguarda la crescita e il consolidamento della grande distribuzione organizzata la quarta infine riguarda l’enfasi crescente alla qualità certificata o intrecciata con la rappresentazione del made in Italy e dei territori. Nella nostra presentazione concentreremo l’attenzione dapprima su un piano generale sulle filiere agricole e dunque ruolo del supermercato; poi guarderemo alle forme di intermediazione del lavoro nel nord e nel sud Italia e in particolare al ruolo e alla rappresentazione del ‘caporale’ e delle cooperative o soggetti terzi; e infine ci soffermeremo sulle forme di abitare migrante (ghetti, ma anche campi e centri di accoglienza) e sulla funzione che questi hanno nel ridurre i costi del lavoro migrante in agricoltura, connettendo produzione e riproduzione sociale.
Le nostre conclusioni puntano a fornire una lente con cui guardare a questo settore e alle sue rappresentazioni per offrire infine degli spunti sulle possibilità di iniziativa individuale e collettiva a partire dal metodo dell’agroecologia e dell'orizzonte politico dell’autodeterminazione alimentare.
Il programma all’Aula Civica del Museo della Battaglia prosegue nel pomeriggio, alle ore 15.00, con l’incontro “Credito e sviluppo locale” con Alberto Lanzavecchia, professore associato in economia, Università di Padova, in collaborazione con Banca Prealpi Sanbiagio
La globalizzazione della produzione e degli scambi ha reso ignoti i luoghi di produzione e di provenienza delle materie prime di ciò che acquistiamo quotidianamente. Nascono così le zone di sacrificio, umano e ambientale, senza le quali la nostra economia, fondata sui consumi, collasserebbe. Da conoscenza alla responsabilità: che fare, quando, ad oggi, non è possibile conseguire contemporaneamente sviluppo economico e sostenibilità ambientale e sociale?
Alle ore 17.00, “La parola alla politica”, con Claudio Brgia, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia e vicesindaco di Montebelluna; Cesare Damiano, Presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare, ex Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, Partito Democratico; Roberto Bet, consigliere regionale Lega per Salvini Premier; Luigi d’Agrò, ex senatore; Giulia Princivalli, coordinatrice provinciale Sinistra Italiana. Aula Civica del Museo della Battaglia
Al Palafenderl, sempre domenica 11, alle ore 9.30, spazio al tema “Pianeta NEET (giovani ed esclusione)” con Jones De Luca, analista.
Nell’affacciarsi alla vita “attiva” e nell’assumersi la responsabilità e il compito di avere a che fare con “il mondo” e quindi con il lavoro e con il formare una coppia stabile, il giovane adulto deve ridefinire se stesso in rapporto agli altri e alla sua personale visione del mondo, ma anche in rapporto a come si sente “visto“ e vivo e al posto che pensa di poter prendere in quello stesso mondo. Alcuni giovani sentono che lo sguardo degli altri non è né accogliete né incoraggiate, ma mortificante ( fa morire) né a parere loro il mondo sembra riservargli un posto “abitabile“ e vivo dove possano essere riconosciuti nelle loro nuove competenze, aspirazioni. Diventa preferibile ritirarsi dal contatto attivo e presente e mediare questo stesso contatto attraverso qualcosa di meno bruciate come uno sguardo di disapprovazione o di critica, o una presenza imbarazzante e faticosa. Il mondo dei rapporti digitali offre una enorme possibilità di vivere senza dover essere a contatto con qualcosa che potrebbe essere lesivo della propria capacità di vedere se stessi come persone che vale la pena di conoscere e con cui vale la pena di lavorare. In questo mondo si possono costruire luoghi abitabili, posti di lavoro e di vita più o meno chiusi e vitali.
Segue alle ore 11.30 “Working class tra letteratura, attivismo e serie tv” con Simona Baldanzi, scrittrice ed attivista, organizzatrice del Festival Working Class, e Selene Pascarella, giornalista e criminologa
Un incontro per raccontare il lavoro e le sue trasformazioni, le lotte e le ferite, ma anche la potenza delle narrazioni che restituiscono voce e dignità alla classe lavoratrice. Simona Baldanzi, scrittrice e attivista, ci racconterà di come ha iniziato a scrivere di lavoro, raccontando la sua condizione di figlia di operai, ricercatrice precaria e sindacalista, e delle difficoltà incontrate lungo il percorso. Condividerà la sua esperienza di autrice che ha fatto della scrittura un atto politico, e spiegherà cosa si intende per letteratura working class e perché oggi se ne parla sempre di più anche in Italia. Racconterà inoltre la nascita e il senso del Festival Working Class, che si tiene a Campi Bisenzio nell’ambito della convergenza culturale intorno alla lotta del Collettivo di Fabbrica ex GKN, in assemblea permanente da quasi quattro anni. Selene Pascarella, giornalista e criminologa, ci porterà invece negli Stati Uniti, dove Tra il 2022 e il 2024 un’ondata di scioperi ha attraversato il paese, riuscendo a bucare la bolla d’attenzione dei media mainstream e portando all’attenzione del pubblico mondiale le lotte dei lavoratori e delle lavoratrici della grande distribuzione, del settore sanitario, dell’ospitalità e dell’industria televisiva e cinematografica.
Quest’ultime mobilitazioni hanno cambiato la programmazione di show televisivi seguitissimi e inceppato l’apparentemente inarrestabile macchina produttiva delle piattaforme di streaming on line. Andando spesso oltre le intenzioni di autori e sceneggiatori, di esse resta traccia in una stagione ricca di serie tv che, soprattutto attraverso la lente del genere fantascientifico, hanno portato in primo piano il tema del lavoro, dello sfruttamento e del rapporto tra sfera privata e professionale attraverso prospettive complesse e inedite.
Nel pomeriggio, sempre al Palafenderl, alle ore 15.00 spazio al tema “Con la cultura si mangia? Il lavoro nel settore della cultura” a cura del Collettivo Mi Riconosci?; Stefano Scherini, UNITA, Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo
Il mercato del lavoro nel settore culturale è oggi caratterizzato da una forte precarietà e povertà salariale, dovuta soprattutto all’esternalizzazione dei servizi pubblici - attraverso appalti e concessioni - e al proliferare di contratti sempre meno tutelanti e inadeguati rispetto al costo della vita. Il tasso di sindacalizzazione nel settore dei beni culturali è inoltre molto basso: l’organizzazione di lavoratrici e lavoratori è complessa a causa degli alti tassi di turnover e delle condizioni di ricattabilità in cui sono costrette le persone. Negli ultimi anni, tuttavia, sono scaturite numerose vertenze, con lo scopo di migliorare le condizioni di lavoro e riportare la dignità del lavoro culturale al centro del dibattito. A fronte di questi accadimenti l’Associazione si sta impegnando nella costruzione di uno sciopero generale del settore, conscia di intercettare il bisogno generalizzato di un cambio di rotta nella gestione delle politiche culturali italiane.
Alle ore 17.00, l’attore vittoriese Daniel Santantonio metterà in scena il reading “Works” di Vitaliano Trevisan.
Vitaliano Trevisan è stato uno degli autori più importanti della sua generazione. Nato e vissuto nel vicentino, dedica tutta la sua vita artistica a raccontare il complicato rapporto tra Nordest e lavoro. In Works, romanzo autobiografico, ripercorre tutta la sua vita lavorativa dagli anni '70 fino ai 2000. In una regione in cui il lavoro viene visto come una religione, Trevisan gioca tra politica ed eroina, fra le contraddizioni del mondo della cultura e la sofferenza psichica: il percorso di deragliamenti di un ragazzo destinato a fare lo scrittore.
Chiude il programma del festival lo spettacolo di teatro civile “Arbeit”, con Anna Tringali, attrice, formatrice e direttrice artistica di eventi culturali, in collaborazione con Centro Teatrale Da Ponte, alle ore 20.30 presso il Teatro Comunale Da Ponte. Ingresso gratuito.
“Arbeit” tratta il tema del lavoro: il lavoro dei giovani, gli incidenti sul lavoro, lo sfruttamento, la disoccupazione, il precariato, la crisi. Nicoletta è una ragazza come tante, una ragazza semplice, un ragazza di provincia. La vita le ha dato poco e quel poco se l’è dovuto conquistare, è cresciuta in fretta. Ha imparato subito che il lavoro fa l’uomo, che senza non si può stare, non si deve. Ha scoperto che la felicità non si compra e che va conservata con cura perché è fragile, molto. Le è stata rubata questa felicità, fatta a pezzi, calpestata. Ma Nicoletta è una ragazza forte perché ha ancora l’incoscienza di rischiare, di sognare che le cose, forse, si possono cambiare, ha il coraggio, raro, di dire no, di difendere la dignità di essere uomini perché il lavoro, da solo, non rende liberi. In scena sulla sedia di una sala d’aspetto di una clinica, una giovane attrice e il suo talento, la sua generosità nel darsi fino in fondo, nel raccontare un mondo, il nostro che purtroppo ha ancora bisogno di eroi. Drammaturgia regia: Giorgio San