Treviso, Turismo

Dal 1° al 4 maggio 2025 torna il Treviso Ostiglia FEST

TREVISO - Giunge alla sua quarta edizione il Treviso Ostiglia FEST, l’unico festival in Italia che si sviluppa lungo oltre 80 chilometri di pista ciclo-pedonale, attraversando quattro province (Treviso, Padova, Vicenza e Verona), decine di comuni e centinaia di storie.

Un appuntamento diffuso che, dal 1° al 4 maggio 2025, animerà il lungo ponte primaverile con oltre 130 eventi pensati per ogni età, nel segno della mobilità dolce, della valorizzazione del territorio e del turismo esperienziale.

Costruito grazie alla collaborazione tra strutture ricettive, associazioni culturali, aziende agricole, amministrazioni locali e operatori del turismo, il festival è una grande festa a cielo aperto; una manifestazione nata dal basso, ma capace di raccontare in maniera corale un territorio ricco di bellezza, storia e vitalità.

Il programma si snoda tra passeggiate guidate e tour in bicicletta, con partenze anche dalle strutture ricettive, e include itinerari inclusivi pensati per essere accessibili a tutti.
Non mancano le attività per le famiglie, come la passeggiata con letture animate promossa dalle biblioteche, che coinvolgerà diversi comuni in un grande ritrovo condiviso.
Accanto a queste esperienze, i visitatori potranno scoprire il volto più autentico della campagna veneta, con iniziative come quella di Ca’ Marcello, che accompagna alla scoperta delle radici agricole del territorio, o i laboratori nelle fattorie didattiche di Ca’ de Memi, Vita da Lumaca, Fattoria da Vicky e Rio Storto.

Anche il gusto sarà protagonista, con degustazioni di eccellenze locali, dal riso della Riseria delle Abbadesse alla birra artigianale Fria, fino al rinomato asparago di Badoere IGP.
Lungo la ciclovia sorgeranno villaggi tematici, veri e propri punti di incontro e animazione, dove si alterneranno musica, spettacoli e assaggi, dalla mattina fino a sera.

Il programma comprende inoltre aperture straordinarie di alcune dimore storiche e gioielli del paesaggio veneto, come Villa Cornaro, Ca’ Marcello, Villa Contarini e Villa Tretti.

Novità di quest’anno, l’apertura verso il pubblico internazionale con alcune visite guidate in doppia lingua, come quella prevista all’Oasi Cornara.



“Il Treviso Ostiglia FEST è la dimostrazione concreta della capacità organizzativa della Federazione dei Comuni del Camposampierese, in qualità di soggetto gestore della ciclovia. Un evento di questa portata nasce da una struttura solida, abile nel tessere relazioni, costruire reti e generare occasioni autentiche di scoperta del territorio. Il FEST è un invito ad attraversare lentamente territori ricchi di storia, natura e realtà vive, spesso inaspettate, che meritano di essere conosciute e vissute,” commenta Valter Gallo, Presidente della Federazione dei Comuni del Camposampierese.

“La manifestazione è cresciuta anno dopo anno non solo per il numero di eventi o la qualità delle proposte, ma soprattutto per il sempre maggiore coinvolgimento degli operatori economici locali. Oggi rappresenta un modello virtuoso di sviluppo territoriale che parte dal turismo lento per innescare filiere di valore: dalla ricettività alla ristorazione, dalle aziende agricole ai servizi per l’accoglienza. I numeri di questa edizione testimoniano la vivacità di un’economia che si rigenera a partire dall’identità dei luoghi, confermando quanto il cicloturismo sia una leva concreta di crescita sostenibile per le comunità attraversate dalla pista”, conclude Daniele Canella, Presidente del Tavolo del Turismo del Camposampierese.

Treviso-Ostiglia FEST è un evento sostenuto dalla Regione Veneto, grazie ad un contributo a valere sul progetto strategico Green Tour Verde in Movimento di Marketing Territoriale.

Il programma completo e tutte le informazioni sono disponibili su: fest-treviso-ostiglia.it


Cultura

L’eroe di Sofocle: la tragedia del destino al teatro greco di Siracusa

«Non a te sola tra i mortali apparve, figlia, il dolore che tu riveli più degli altri che sono in casa, i tuoi congiunti di stirpe e di sangue, Crisotemi e Ifianassa ancora in vita e lui nella sua giovinezza al riparo dai mali, felice, [...] Oreste»: se il dolore, come ricorda il coro delle donne di Micene ad Elettra nell’omonima tragedia di Sofocle, è una condizione comune all’esperienza umana, quello che tuttavia la distingue dagli altri – persino dai suoi fratelli, Crisotemi, Ifianassa, Oreste, figli dello stesso padre assassinato, Agamennone – è la sua relazione con esso. Elettra ci convive non soltanto in quanto lo subisce, non può dimenticare, ma in quanto lo sceglie, lo persegue; addirittura se ne consola, quasi se ne compiace.

Con
Elettra, che aprirà il 9 maggio la stagione del teatro greco di Siracusa, ed Edipo a Colono, che seguirà dal 10, l’Istituto Nazionale per il Dramma Antico celebra quest’anno il genio drammaturgico di Sofocle, già riconosciuto del resto dai suoi contemporanei: negli agoni tragici, oltre ad avere ottenuto il primato delle vittorie (le fonti ne riferiscono una ventina), le sue opere non scesero mai al di sotto del secondo posto.

La domanda sulla sofferenza è al centro della tragedia classica. Essa indaga il senso dell’esistenza, cerca di comprendere l’intreccio delle vicende umane nel corso delle generazioni, il loro inserimento in un contesto ulteriore, cosmico. Ciascuno dei tragediografi della triade consacrata dalla tradizione, Eschilo, Sofocle ed Euripide, tenta la sua risposta, rielaborando in modo originale il materiale mitologico. In Sofocle, la situazione tragica cui è condannato l’uomo spicca dalla rappresentazione di figure individuali, quali Elettra ed Edipo. Il coro dell’Edipo re ammoniva, infatti: «Abbiamo davanti a noi l’esempio del tuo destino, infelicissimo Edipo, e dunque non diremo felice nessuno degli uomini». Elettra, Edipo non hanno colpa. Figlia del re Agamennone, comandante dell’esercito greco nella guerra di Troia, Elettra è rimasta orfana del padre, ucciso al suo ritorno in patria dalla madre Clitennestra e dal suo amante Egisto. Da allora, ella si consuma nel lutto e nel pensiero della vendetta, divenuta oramai la ragione della sua vita. Anch’egli figlio di re, a seguito del responso dell’oracolo di Delfi, che gli predisse l’omicidio del padre e il rapporto incestuoso con la madre, Edipo ha lasciato Corinto per scongiurare la commissione di questi delitti. Percosso mortalmente un uomo ad un crocicchio per legittima difesa, approda infine a Tebe. Qui riesce a risolvere l’enigma della Sfinge, liberando da questa creatura mostruosa la città, di cui diviene re e sposa la regina, che era rimasta vedova. Ma scoprirà che l’uomo che aveva ucciso era proprio Laio, il re di Tebe, che, a conoscenza dello stesso vaticinio, appena Edipo nacque lo consegnò ad un pastore per farlo abbandonare sul monte Citerone; e che la regina, Giocasta, con la quale ha avuto dei figli, è sua madre.

Nell’Edipo re, prima di conoscere l’intollerabile verità del suo destino, Edipo si proclama – quasi consolandosene, egli, che non sa ancora quali siano i suoi genitori – «figlio della tyche»: del caso, della sorte. Dispensatrice di bene quanto di male, senza criterio, a prescindere da meriti o colpe, è essa che sembra reggere l’universo di Sofocle: «Generazioni di uomini, vi conto una dopo l’altra, tutte uguali, tutte viventi nel nulla. Quale uomo ottiene più che l’illusione della felicità? E dopo l’illusione viene il declino», canta il coro nell’Edipo re. Il dolore è in agguato perché gli uomini sono in balia di questa forza cieca. L’imponderabilità del futuro è un fatto dell’esistenza, non imputabile semplicemente all’insufficienza umana. Risalendo a ritroso nella storia della stirpe – degli Atridi, gli antenati di Elettra, come dei Labdacidi, quelli di Edipo – lungo la catena delle generazioni, la colpa sembra perdere la sua connotazione individuale, contingente, allargandosi ad una dimensione originaria, dalla quale la vita umana pare giocata. Essa diventa una macchia connaturata al genere umano, che non vi è quindi modo di estinguere.

Come ha notato Francis Dunn, queste due tragedie, Elettra ed Edipo a Colono, sembrano sottrarsi al canone sancito da Aristotele nella Poetica, che pone nella rappresentazione dell’azione, ovvero nella costruzione della trama, la colonna portante di un’opera tragica: «Principio dunque [...] della tragedia è il racconto, al secondo posto i caratteri (e all’incirca è lo stesso nella pittura: se si buttano giù i più bei colori alla rinfusa non si ottiene lo stesso effetto che se si disegna in bianco e nero un’immagine)». Oggetto di queste tragedie di Sofocle, per contro, è proprio il carattere dei personaggi. Se è lecito parlare di “eroismo tragico” – una definizione che, almeno terminologicamente, trova avvallo in un frammento di Teofrasto – i protagonisti dei drammi superstiti dell’antico tragediografo ateniese sono individui eroici in quanto non sfuggono alla loro sorte, ma la affrontano con la loro unica forza interiore, ignorando i consigli accomodanti provenienti dall’esterno.

Elettra elegge la sofferenza rispetto al compromesso con un potere ottenuto con l’inganno e la violenza; disprezza la sorella Crisotemi che accetta la sottomissione agli assassini del loro padre in cambio delle comodità di una vita agiata. Con i suoi incessanti lamenti, che le costano, per contro, una vita di stenti, può, quantomeno, infastidirli: «Non vivo? Male, lo so, ma a me basta; e intanto affliggo costoro, sì da rendere onore al padre morto». Anche se il suo dolore è – come le ricorda il coro, nel tentativo di distoglierla dalla sua fissazione – inutile, «senza rimedio», perché non potrà riportare in vita Agamennone, Elettra ribadisce che sarebbe ingiusto dimenticare il padre ucciso: «lasciatemi, lasciatemi, mie consolatrici: [...] non vedrò mai la fine delle mie sofferenze». Il dolore diventa la compensazione di un’ingiustizia ancora in attesa di vendetta; l’unica consolazione possibile. Nell’ostinazione di Elettra («non voglio cessare di piangere il mio padre sventurato») trapela il compiacimento della propria capacità di sopportazione del «peso» di un dolore che «mi piega».

Una consapevolezza che si ritrova in Edipo: «Non c’è altro uomo che reggerebbe a portare il peso delle mie pene», dice il protagonista dell’Edipo re. Anche se, come recita l’antica sapienza del Sileno – lo sfondo che sovente riemerge nei versi delle tragedie – la morte sarebbe preferibile alla sofferenza della vita – ad una tale sofferenza – Edipo non si suicida, come Giocasta, ma si acceca. Perduta la vista degli occhi, si acuisce lo sguardo interiore. Se l’“errore tragico” di Edipo, quell’hamartia che Aristotele teorizza come la causa involontaria della rovina dell’eroe della tragedia, è, come spiega Salvatore Natoli, un’insufficiente riflessione su di sé, sulle parole profetiche dell’oracolo, Edipo, l’unico a saper risolvere l’enigma della Sfinge che affliggeva Tebe, ora veramente sa chi è, conosce se stesso, suprema sapienza, come ammonisce l’oracolo. Il destino di Edipo è scritto nel suo nome, che ne contiene l’ambiguità: Edipo è l’uomo dai piedi gonfi, perché, al momento di abbandonarlo, il padre glieli aveva trafitti; ma Edipo è anche colui che sa, che non si sottrae alla conoscenza della verità sulla sua identità, nonostante la premonizione che ciò lo condurrà nel baratro. Il sapere, certo, aumenta il dolore: «Infelice, per la tua disgrazia e per la coscienza che ne hai», lo compiange il coro dell’
Edipo re. Ma solo nella consapevolezza della propria condizione, che pure non modifica il tragitto del destino, è la grandezza dell’uomo.

Nell’Edipo a Colono, l’animo del vecchio Edipo è ormai forgiato dall’abitudine alla sofferenza. Altri mali si sono aggiunti a quelli antichi: i suoi figli maschi, Eteocle e Polinice, lo hanno scacciato da Tebe, costringendolo all’esilio, ad un’esistenza senza patria. Il suo peregrinare, insieme alla figlia Antigone, lo porta, ormai alla fine dei suoi giorni, in un boschetto sacro nei pressi di Atene, a Colono (un’ambientazione che è una celebrazione, in quest’ultima tragedia di Sofocle, messa in scena postuma dal nipote, del suo luogo natale). Qui, nei dintorni del boschetto, Edipo, uomo, diventerà immortale, un eroe: il luogo della sua morte diventerà sacro. Come aveva profetizzato l’oracolo, il suo corpo avrebbe infatti garantito protezione alla città che avesse ospitato la sua tomba. Teseo, il sovrano di Atene, riconosciutolo, lo accoglie e gli dà sepoltura. Ma l’eroizzazione di Edipo non costituisce una compensazione della sua vita di dolore, né una conclusione dell’infelice vicenda della sua stirpe. Prima di morire, egli scaglia le sue maledizioni contro Creonte, fratello di sua madre Giocasta, che, a conoscenza delle parole dell’oracolo, accorre da Tebe per appropriarsi del suo corpo, e contro Polinice, che cerca il suo appoggio nella guerra che si appresta a combattere contro il fratello Eteocle per il trono di Tebe. Edipo si rifiuta di diventare lo strumento dei loro piani di potere: a Creonte augura di vivere una vecchiaia come la sua; ai due figli maschi, che lo hanno condannato all’esilio, predice la morte reciproca per mano fraterna. Il loro destino si compirà, travolgendo anche la loro sorella, Antigone, che sarà condannata a morte per avere disobbedito al divieto di Creonte, il nuovo re di Tebe, dando sepoltura al fratello Polinice. Quando Creonte si accorgerà del proprio errore, sarà troppo tardi: suo figlio Emone, alla vista di Antigone, sua promessa sposa, suicida nella caverna in cui Creonte l’aveva fatta rinchiudere, si affonda una spada nel ventre davanti agli occhi del padre. Il «giogo della necessità», al quale Eschilo cerca di sottrarre l’uomo, per Sofocle sembra rimanere invincibile.
Treviso

L'addio a Giancarlo Gentilini

Sono state diverse le dichiarazioni che si sono succedute dopo che è stata data notizia della scomparsa dell'ex sindaco di Treviso, lo "sceriffo" Giancarlo Gentilini, morto oggi all'età di 95 anni all'ospedale Ca' Foncello dove si trovava da qualche giorno.

Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, lo ha definito un «uomo delle istituzioni prima ancora che un politico, un grande amministratore pubblico». «È passato alla storia con il soprannome di ‘sceriffo’ - ha aggiunto il governatore - ma, nel suo caso, il termine era molto riduttivo. È stato un uomo che negli anni della fine della Prima Repubblica ha saputo cogliere e intercettare i sentimenti della gente, di quello che chiamava ‘il mio popolo’, e grazie a questa dote come pochi altri ha saputo dare una risposta di buon governo a una città e diventare un modello per generazioni di sindaci in tante parti d’Italia. Uomo di carattere, ha cambiato il corso della storia, non solo perché ha dimostrato che la Lega era un partito che poteva amministrare e farlo bene ma anche perché ha mutato l’approccio della pubblica amministrazione». Il segretario Matteo Salvini lo ricorda così: «Addio a Giancarlo Gentilini. Un grande sindaco, un grande alpino, un grande Veneto, un grande leghista».

Tra i primi il sindaco di Treviso, Mario Conte che esprime così il suo cordoglio, ricordando la figura di Giancarlo Gentilini «Il nostro Leone è andato avanti - l'annuncio commosso del primo cittadino, Mario Conte -. Negli ultimi giorni, purtroppo, le sue condizioni erano peggiorate a causa di alcuni acciacchi dovuti all’età. Ricoverato al Ca' Foncello, Gentilini si è spento nelle scorse ore. Perdiamo un grande uomo, un riferimento importantissimo per valori e capacità. Ha onorato il suo impegno dall’inizio alla fine, cercando di essere sempre presente nella vita amministrativa della città con i suoi consigli e le sue segnalazioni anche dopo aver concluso il mandato amministrativo. Gli va riconosciuto, fra gli altri, il merito di aver cambiato il ruolo del sindaco in Italia, portandolo fuori dal palazzo e in mezzo alla gente. Ha scritto la storia con il pragmatismo che è il marchio di fabbrica degli Alpini. Ci porteremo dentro il suo grande insegnamento, pronunciato nell’ultima seduta da consigliere comunale: “Dovete amare Treviso come l’ho amata io”.

Gli fa eco il sindaco di Villorba Francesco Soligo “E’ mancato un amico e una persona straordinaria – dice il sindaco Francesco Soligo – a nome dell’intera comunità di Villorba esprimo il cordoglio e le condoglianze alla famiglia. Giancarlo Gentilini è stato un grande uomo, un politico di alto livello, concreto e pragmatico, un simbolo di chi la politica la considera amore per i cittadini e il territorio. Ci siamo incontrati l’ultima volta un paio di mesi fa, in occasione del premio Sesto In Sylvis alla Barchessa di Villa Giovannina. Era stato cordiale come suo solito, avevamo scherzato e parlato con grande franchezza e simpatia. Sono senza parole, addolorato per una perdita così grande”.

“Con profondo dolore ho appreso della scomparsa di Giancarlo Gentilini - afferma il viceministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava - figura storica della Lega e simbolo autentico del Veneto più vero. Con il suo stile inconfondibile, ha saputo interpretare il sentimento popolare con coraggio e concretezza. La sua eredità morale e politica continuerà a ispirare chi, come lui, crede nel buon governo e nella difesa dei territori. Alla sua famiglia va il mio pensiero commosso”.

“Con profondo cordoglio ho appreso della scomparsa di Giancarlo Gentilini, ex sindaco di Treviso e figura storica della Liga Veneta. Le mie più sentite condoglianze vanno alla sua famiglia e a tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato. La sua eredità vivrà nei cuori di chi ha avuto il privilegio di collaborare con lui” Così il Ministro del Turismo Daniela Santanchè
Treviso, Conegliano

Farra di Soligo, corso “ChatGPT per le aziende”

FARRA DI SOLIGO (TV) - Il Distretto Urbano del Commercio di Farra di Soligo, in collaborazione con Ascom Servizi, promuove il corso “ChatGPT per le aziende”, un'iniziativa gratuita rivolta a tutti i commercianti del Comune, con l’obiettivo di introdurre in modo semplice e pratico l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nelle attività quotidiane di impresa.

Il corso si articolerà in due incontri serali, il 6 e l’8 maggio, dalle 19.30 alle 22.30, presso l’Auditorium Santo Stefano di Farra di Soligo. Attraverso esempi concreti e strumenti operativi, i partecipanti scopriranno come ChatGPT può supportare la gestione della comunicazione con i clienti, la creazione di contenuti per i social, la scrittura di testi professionali e l’organizzazione interna dell’attività.

“È una tappa importante del nostro percorso di innovazione: vogliamo dare ai commercianti strumenti semplici e utili, alla portata di tutti” – dichiara Paolo Biondetti, Manager del Distretto Urbano del Commercio di Farra di Soligo.“Chi coglie per primo il potenziale dell’AI ha un vantaggio competitivo. Questo corso è un’opportunità concreta per le nostre imprese” – aggiunge il Vicesindaco di Farra di Soligo, Silvia Spadetto.

L’iniziativa rientra tra le attività di formazione e sviluppo promosse dal Distretto Urbano del Commercio per sostenere l’evoluzione digitale delle imprese locali. Per informazioni e iscrizioni, è possibile rivolgersi direttamente all’ufficio Commercio (commercio@farra.it) oppure consultare i canali istituzionali del Comune di Farra di Soligo.

NB. In fase di iscrizione verrà data priorità alle aziende del settore del commercio del Comune di Farra. Tuttavia, vista l’attualità e la rilevanza del tema, saranno accolte – fino a esaurimento posti – anche le richieste di partecipazione provenienti da realtà imprenditoriali esterne al comparto commerciale.
Friuli V.G.

Go Makers, la valorizzazione dell'artigianato artistico, del gusto e della creatività

GORIZIA - Torna a Gorizia, a seguito del successo della prima edizione, l'evento Go Makers, con un format rinnovato, e si terrà nelle giornate di sabato 26 e domenica 27 aprile. Sarà una  due-giorni di promozione e valorizzazione deIl' artigianato artistico, gusto e creatività urbana, tra esposizione, laboratori, degustazioni dei prodotti autoctoni di Gorizia e del Carso. La manifestazione è nata grazie al supporto della Regione e di Promoturismo FVG, l'organizzazione di Confartigianato Gorizia e Cata Artigianato FVG, il patrocinio del Comune di Gorizia e la collaborazione di Gal Carso-Las Kras e Ad Formandum.

L'evento, presentato ieri 23 aprile nel corso di una conferenza stampa dal sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna, e del presidente della commissione cultura della Regione Diego Bernardi, si espande coinvolgendo tutta via Rastello e trasformando Borgo Castello in un palcoscenico a cielo aperto dedicato ad artigianato, cultura e sapori del territorio.

L'edizione 2025 si struttura in 3 iniziative principali, a cominciare da Mani d'arte, mostra mercato a ingresso libero insediato in Casa Kranier e nello Spazio Diffuso di via Rastello 91 e nelle Botteghe Artigiane di piazza della Vittoria 62 e viale d'Annunzio: spazi degli artigiani di area transfrontaliera con un'ampia selezione di oggetti e creazioni.

Risalta l'attività di Food Lab proposti da Gal Carso Las Kras e Ora Krasa in Brkinov con Slow Food Italia con l'enogastronomia come occasione di scoperta.
Friuli V.G.

Friuli, Polizia arresta banda dedita a immigrazione irregolare

TRIESTE - La Polizia di Frontiera di Trieste, diretta dalla Procura - direzione distrettuale antimafia, ha arrestato otto cittadini turchi componenti di un'organizzazione dedita al favoreggiamento all' immigrazione irregolare attraverso la 'rotta balcanica'.

Sono stati sequestrati 10 veicoli utilizzati per trasportare i migranti; in precedenza, sono stati arrestati altri tre cittadini turchi a Spalato (Croazia) dalla polizia croata.

Gli stranieri irregolari individuati sono 52, tra cui molte donne e alcuni minorenni, anche molto piccoli.

Le indagini, dirette dal procuratore Federico Frezza, sono cominciate dopo l'arresto di alcuni cittadini turchi in primavera ai controlli di frontiera di Trieste, che trasportavano prevalentemente turco-curdi e cinesi. La Polizia Giudiziaria di Trieste ha accertato un consistente flusso di stranieri irregolari, per lo più famiglie con minorenni al seguito, fatti arrivare in aereo in Bosnia e Serbia da dove venivano accompagnati in Italia in auto o su mezzi pesanti, attraverso Bosnia, Croazia, Slovenia. La destinazione del viaggio non era l'Italia ma il nord Europa, Germania in particolare.

Il prezzo pagato per il viaggio dalla Turchia all'Italia oscillava tra i 4mila ed i 6mila euro. L'organizzazione aveva radicati contatti in Turchia, Bulgaria, Germania, Bosnia e Paesi Baltici. Alle indagini hanno partecipato le polizie croata e bulgara, esperti della Polizia turca e tedesca, uno distaccato alla Polizia di Frontiera Trieste, per cooperazione contro il traffico di esseri umani in area balcanica e nord est italiana. Collaborazione avviata dopo una intesa tra Bundespolizei e Polizia di Stato.
Economia, Veneto

Formazione, Veneto. Stanziati 7 milioni di euro di fondi FSE+ 2021-2027

VENEZIA - Sono state approvate dalla Giunta Regionale del Veneto, due misure strategiche per sostenere progetti formativi volti allo sviluppo di competenze nell’ambito del turismo e nella filiera dell’automotive.

Le misure, su proposta dell’assessore all’Istruzione e Formazione, hanno consentito di deliberare due nuovi bandi per la presentazione di progetti formativi del Programma Regionale Veneto Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 nell’ambito dell’obiettivo “Investimenti per l'occupazione e la crescita”.

Il primo avviso “Competenze per un turismo più accessibile, sostenibile e digitale”, che comprende un investimento complessivo di 2 milioni di euro, punta a sviluppare e a potenziare le competenze dei lavoratori del settore turismo, per rispondere alle esigenze del mercato e trasformare i cambiamenti in atto in opportunità di crescita, con particolare riferimento ai temi della transizione green, ai temi dell’accessibilità e fruibilità dei servizi offerti e al welfare aziendale.

Il secondo avviso “Competenze per le nuove sfide della filiera automotive”, per il quale sono stati stanziati 5 milioni di euro, consentirà alla Regione di potenziare le competenze dei lavoratori della filiera, con particolare attenzione alla transizione green e digitale, allo sviluppo di nuovi prodotti e servizi e alla diversificazione produttiva e di mercato.

I progetti dovranno avere un valore complessivo compreso tra i 20 mila e i 120 mila euro e per entrambi i bandi la scadenza per la presentazione sarà l’11 giugno 2025.

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Ultimo aggiornamento: 25/04/2025 01:58